Manifesto interreligioso #FineVita. Firma dell’ordine infermieri

Significativa adesione al Manifesto sottoscritto lo scorso febbraio dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) insieme a cattolici, ortodossi, ebrei, musulmani, buddisti e induisti

Roma (NEV), 16 aprile 2019 – Si aggiunge un’altra firma al “Manifesto interreligioso dei diritti nei percorsi di fine vita” siglato il 5 febbraio scorso dal presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Luca Maria Negro, insieme ad altri 17 rappresentanti religiosi e istituzionali. Il Manifesto ha visto la collaborazione di protestanti, cattolici, ortodossi, ebrei, musulmani, buddisti e induisti.

La Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie (FNOPI), di cui fanno parte oltre 450.000 infermieri in Italia, (oltre il 40% di tutti gli operatori sanitari e maggior ordine professionale del Paese), ha ufficialmente sottoscritto il Manifesto a Roma il 12 aprile scorso. “Il rispetto della dignità e il supporto religioso e spirituale per chi si trova nella fase finale della vita in strutture sanitarie è il fulcro del Manifesto – si legge nella nota stampa –. Sono diritti da garantire non solo nei centri di cure palliative, ma anche negli ospedali, nei pronto soccorso; un lavoro delicato quanto importante, un traguardo che è frutto di una particolare sensibilità nei confronti del dialogo interreligioso in ambito sanitario.  Creare un percorso che porti a impegni concreti è l’obiettivo del documento che rappresenta un importante punto di arrivo di un percorso pienamente condiviso con le confessioni religiose che rende possibile la trasformazione dei nove diritti sottoscritti in procedure operative”.

Da sinistra: Paolo Favari, Direttore generale Gemelli Medical Center, Barbara Mangiacavalli, Presidente FNOPI, Angelo Tanese, Direttore Generale ASL Roma 1

“La nostra professione si realizza nell’incontro con l’assistito indipendentemente dal credo religioso, politico e dalle questioni di genere – ha dichiarato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche – e nel momento del fine vita gli infermieri sono i più presenti accanto alle persone, di qualunque estrazione religiosa, culturale o etnica esse siano, assolutamente senza alcuna distinzione e, anzi, sempre con maggiore qualificazione, formazione e appropriatezza. Per dare applicazione a questo importante Manifesto, bisogna dotarsi di concreti strumenti di lavoro e noi infermieri stiamo già facendo la nostra parte, ad esempio, sul fronte delle cure palliative, il cui accesso deve essere un diritto imprescindibile da tutelare in ogni sede”. Maria Angela Falà, presidente del Tavolo interreligioso di Roma, ha dichiarato: “Ora i diritti devono diventare azioni con la formazione negli ospedali di persone che siano capaci di farli rispettare”.

Il Manifesto consta di nove punti sui diritti fondamentali di cura, rispetto della dignità e supporto religioso e spirituale per chi si trova nella fase finale della vita in strutture sanitarie. Per elaborare le linee guida applicative su alimentazione, cura spirituale, trattamento del corpo nella malattia e nei riti pre e post mortem, è operativo il Tavolo interreligioso di cui fa parte, per la FCEI, il pastore Herbert Anders.

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