Sinodo luterano. Pavlovic: “abbiamo una chance, se abbiamo la fede”

Il segretario agli studi della Conferenza delle chiese europee (KEK) parteciperà alla tavola rotonda in occasione della 4a seduta del XXII Sinodo luterano

Roma (NEV), 16 aprile 2019 – Si svolgerà a Roma dal 25 al 28 aprile la 4a seduta del XXII Sinodo luterano.

Agenda 2030, stato del mondo, responsabilità di una piccola chiesa nella società, sono alcuni dei temi sui quali si svilupperà la discussione e che l’Agenzia Nev aveva già anticipato qui.

Uno dei momenti centrali dell’incontro della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) sarà la tavola rotonda “Fede e Futuro – Glaube und Handeln”, che riprende il titolo del Sinodo, che avrà luogo il 26 aprile a partire dalle ore 11.30 e alla quale parteciperanno Lothar Vogel, professore di Storia del cristianesimo presso la Facoltà valdese di teologia a Roma, Cordelia Vitiello, rappresentante legale della CELI e membro del Consiglio della Federazione luterana mondiale (FLM) e Peter Pavlovic, segretario agli studi della Conferenza delle chiese europee (KEK).

Pavlovic si occupa di promozione del dialogo tra le chiese in Europa e del dialogo con la politica e la società. I suoi temi principali sono la giustizia ambientale, la protezione del clima e un futuro sostenibile.

Riportiamo di seguito un’intervista a Pavlovic curata dal sito della CELI.

 La CELI è una piccola chiesa con poche migliaia di membri. Tuttavia, essa è pronta ad affrontare la grande responsabilità che il tema del Sinodo comporta. Cosa pensa che si possa fare?

La grandezza non è un’unità di misura importante rispetto ai temi cristiani, e il tema del Sinodo è un tema cristiano. Quello che conta invece è la serietà dell’approccio e quanto sia grande la fede di ciascuno di noi. Il clima e un futuro sostenibile sono la più grande sfida del XXI secolo. E non solo i cambiamenti climatici in sé, questi sono temi che riguardano l’intero futuro e sono una grande sfida per tutti noi come cristiani e come cittadini dei nostri Paesi, cittadini dell’Europa e del mondo!

Un argomento che richiederebbe un approccio comune, unità. L’attuale situazione politica non dà grandi speranze al riguardo…

Esatto. I singoli paesi, l’Europa, non riescono a darsi un obiettivo condiviso su questo tema. Mancano decisioni veramente incisive a livello continentale. Ciò che serve è un cambiamento fondamentale nell’approccio al mondo. Non considerare più il mondo come una risorsa infinita a nostra disposizione, come un mercato self-service. Dobbiamo passare dall’essere consumatori, dall’essere utenti, all’essere responsabili. Ed è anche compito dei cristiani mettere in primo piano questo tema.

Secondo Lei quindi anche i cristiani sono chiamati a contribuire ad un cambiamento nella politica?

Certo, è una questione di fede, di come intendiamo la nostra fede. Che cosa significa la fede in questo mondo che è tutt’altro che “gentile”? Dobbiamo imparare a rileggere la Bibbia sullo sfondo di questa grande sfida che anche il Sinodo ha deciso di affrontare con il suo tema Fede e Futuro – Glaube und Handeln. Come dobbiamo vivere noi cristiani in questo mondo? È leggendo la Bibbia possiamo trovare delle risposte a queste sfide, per esempio nelle Lettere dell’apostolo Paolo alle grandi città del mondo secolarizzato, a Roma, a Corinto, a Salonicco.

E Lei personalmente come vede il futuro?

Sono convinto che abbiamo una chance. Se abbiamo la fede.