Austria. Abolito il giorno festivo del Venerdì santo

Lo sconcerto dei protestanti. Il vescovo Michael Bünker della Chiesa evangelica della confessione di Augsburg: “una decisione dettata da interessi economici”

Michael Bünker, foto tratta dal sito FLM, ECACA/Uschmann

Roma (NEV) 18 aprile 2019 – Il Parlamento austriaco ha abolito il giorno festivo del Venerdì santo. La decisione riguarda le Chiese evangeliche della Confessione di Augusta ed quella elvetica, la Chiesa vecchio cattolica e la Chiesa metodista. Secondo il diritto austriaco il Venerdì della settimana di Pasqua era festivo solo per i membri di queste chiese, che adesso hanno perso questa prerogativa.

Si tratta di una “intromissione nella libertà religiosa dei protestanti”, ha dichiarato il vescovo luterano Michael Bünker della Chiesa di confessione augustana in Austria. I luterani sostengono che la decisione sia dettata da “interessi economici” e che “ha infranto una promessa pubblica”, come si legge sul sito della Federazione luterana mondiale (FLM), di cui i luterani austriaci fanno parte. La decisione del Parlamento, che ha suscitato scalpore nella minoranza protestante, segue una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che a gennaio ha stabilito che concedere una festività retribuita a dipendenti appartenenti a una determinata chiesa costituisce una discriminazione fondata sulla religione. Il parlamento austriaco ha successivamente revocato la norma del 1955 che istituiva la festività del Venerdì Santo.

“Il Venerdì santo è per i cristiani, specialmente per i protestanti che in questo paese nel passato sono stati oppressi, perseguitati, espulsi, di importanza centrale – dicono le chiese evangeliche in Austria in una nota –.  Senza crocifissione non c’è risurrezione, senza Venerdì santo non c’è la Pasqua”.

In seguito a questo atto, sono state numerose le reazioni: dalla risoluzione del Sinodo augustano, fino alla petizione che ha raccolto 32.000 firme consegnate direttamente al presidente del Consiglio austriaco, Wolfgang Sobotka.

“La chiesa non è stata consultata nella decisione iniziale del governo federale, ma continuerà a lavorare per una soluzione legale migliore, che non discrimini alcuna comunità religiosa” ha dichiarato ancora Büncker, invitando le chiese e gli organismi ecumenici a dare sostegno. Messaggi di solidarietà sono già giunti dalla Germania, dal comitato tedesco della FLM e da Petra Bosse-Huber, vescovo per le relazioni ecumeniche della Chiesa evangelica in Germania (EKD).