Sri Lanka. Cordoglio per la strage di Pasqua

Colpite chiese e hotel: almeno 300 i morti e oltre 500 i feriti. Numerosi i messaggi di cordoglio e solidarietà arrivati da leader cristiani di tutto il mondo

Roma (NEV/Riforma.it), 23 aprile 2019 – Si è tinta di sangue la domenica di Pasqua in Sri Lanka: sei esplosioni simultanee nella mattinata, e altre due più tardi, hanno colpito tre chiese durante le celebrazioni religiose, e tre hotel di lusso. Una delle chiese colpite dall’esplosione è Sant’Antonio a Colombo; le altre due sono: San Sebastiano a Negombo, a 30 chilometri dalla capitale, e la Zion Church a Batticaloa, 250 chilometri a est della capitale. Quest’ultima – in cui si contano almeno 28 morti, tra cui una dozzina di bambini, e 27 feriti – è una chiesa evangelica appartenente alla Comunione delle Chiese Libere dello Sri Lanka. “Che il Signore continui a confortarci tutti in questo momento difficile”, ha scritto in un post sulla pagina Facebook della Zion Church, il pastore Roshan Mahesan.

Il bilancio complessivo delle vittime è salito ad almeno 300 morti, mentre i feriti sono oltre 500. Il sottosegretario al governo, Rajitha Senaratne, sostiene che gli attacchi siano stati sferrati da un gruppo locale jihadista con l’aiuto della rete internazionale, National Thowheed Jamath. Al momento sono 24 le persone sospettate, che sono state arrestate. Ieri si è verificata una nuova esplosione nei pressi di una chiesa della capitale Colombo, mentre gli artificieri stavano cercando di disinnescare un ordigno in un furgone.

Il presidente dello Sri Lanka, Maithripala Sirisena, ha dichiarato per oggi un giorno di lutto nazionale.

Numerose le parole di cordoglio e solidarietà arrivate nella giornata di domenica da diversi leader cristiani.

“Siate pazienti nelle tribolazioni e continuate a pregare”, ha dichiarato l’Alleanza Cristiana Evangelica Nazionale dello Sri Lanka (NCEASL), citando Romani 12,12 ed esortando i cristiani a “rimanere calmi e ad astenersi dall’essere indotti a rispondere con la violenza in questo momento di crisi”.

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, Rev. Dr. Olav Fykse Tveit, ha dichiarato: “Mentre attendiamo ancora informazioni sui perpetratori e le loro motivazioni, condanniamo fermamente questi attacchi a danno di persone riunite in adorazione e ai turisti in visita nello Sri Lanka, e offriamo le nostre condoglianze a tutti quelli che hanno perso i propri cari in questi terrificanti atti di violenza”.

Nel condannare gli attacchi terroristici, il vescovo anglicano di Colombo, Dhiloraj Canagasabey, membro del Comitato Centrale del Consiglio ecumenico delle chiese, ha dichiarato: “La Chiesa dello Sri Lanka condanna senza riserve questi atti di terrorismo vigliacchi e crudeli e trasmette le sue profonde condoglianze alle famiglie e agli amici di coloro che hanno perso la vita e sono stati feriti; desideriamo che tutti i feriti si riprendano completamente, preghiamo per loro e le loro famiglie affinché la presenza di Dio continui ad essere con loro in questa tragica esperienza”.

Open Doors, un’agenzia missionaria cristiana che aiuta i cristiani perseguitati a causa della loro fede, colloca lo Sri Lanka al 46° posto nella World Watch List dei 50 paesi in cui è più rischioso essere cristiani.

La Settimana Santa sta diventando un momento pericoloso in cui le minoranze cristiane affrontano violenti attacchi terroristici e le chiese in genere mettono in atto maggiori e più rigide misure di sicurezza. L’anno scorso, durante la Domenica delle Palme ci furono attacchi mortali contro i cristiani copti in Egitto.

L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, a nome della Comunione mondiale anglicana, appena ha appreso la notizia degli attentati ha dichiarato: “Coloro che sono stati coinvolti negli orribili e deprecabili attacchi contro le chiese e gli alberghi nello Sri Lanka saranno nelle preghiere di milioni di persone che celebrano la domenica di Pasqua in tutto il mondo. In questo santo giorno, sosteniamo il popolo dello Sri Lanka in preghiera, esprimendo condoglianze e solidarietà, e respingendo ogni violenza, odio e divisione”.