Chiese europee. 60 anni di comunione ecumenica

Nel 60° anniversario della Conferenza delle chiese europee (KEK) il comitato direttivo si è riunito a Strasburgo

Roma (NEV), 21 maggio 2019 – Per stabilire le priorità per il lavoro della Conferenza delle chiese europee (KEK), incentrato sul tema “Insieme nella speranza e nella testimonianza”, il comitato direttivo della KEK si è riunito dal 15 al 18 maggio a Strasburgo, in Francia.

Le aree importanti che sono emerse nel piano di lavoro strategico per il 2020-2023 comprendono la promozione della pace, della giustizia e della riconciliazione in Europa, il rafforzamento della comunione ecumenica, la promozione del rinnovamento ecclesiale e la presenza delle chiese in Europa e nelle istituzioni europee.

Nel 2019 la KEK celebra il suo 60° anniversario e per festeggiare questa ricorrenza il Consiglio d’Europa ha tenuto un ricevimento durante il quale sono intervenuti il presidente della KEK, pastore Christian Krieger, e i membri del consiglio di amministrazione, Alison McDonald e Petr Kratochvil che hanno tenuto delle relazioni sulla storia della KEK e sul movimento ecumenico in Europa.

Alla fine delle giornate di lavoro il comitato direttivo della KEK ha reso note due dichiarazioni pubbliche.

Verso la convivenza pacifica in Medio Oriente”, dichiarazione prodotta durante la conferenza KEK di Cumberland Lodge nel dicembre 2018, firmata dai rappresentanti di chiese, organizzazioni umanitarie, politica e università, è stata approvata dal Consiglio. Il documento sottolinea la necessità di un rispetto reciproco, cruciale per la coesistenza pacifica delle religioni in Medio Oriente: “La coesistenza pacifica nel XXI secolo deve basarsi su una separazione di poteri, sui principi di cittadinanza, uguaglianza davanti alla legge, non discriminazione, giustizia sociale, piena partecipazione e rispetto reciproco”. Inoltre raccomanda agli stati e alla società europea e mondiale di non dimenticare la situazione dei popoli della regione e a impegnarsi perché “il conflitto in corso e gli ostacoli apparentemente insormontabili non portino a disinteresse e fatalismo, ma a maggiori sforzi di mediazione e sostegno”, a “diventare consapevoli delle molteplici dimensioni economiche dei conflitti in Medio Oriente” e a impegnarsi “a promuovere la pace e la riconciliazione in Medio Oriente”.

La seconda dichiarazione del comitato direttivo riconosce la “necessità di un rinnovamento della visione democratica, l’attenzione alle istituzioni politiche ed economiche, il recupero della memoria e la presenza della società civile”. La KEK inoltre “esorta tutte le chiese membri a prestare attenzione al linguaggio nel discorso pubblico, ad investire nell’ascolto e lavorare per la pace e la riconciliazione”.

I partecipanti hanno visitato il Consiglio d’Europa e il Centro europeo della gioventù, incontrando il personale di entrambe le organizzazioni. L’incontro è stato anche occasione per riunire i giovani rappresentanti delle chiese e le organizzazioni giovanili europee.

 

L’incontro è stato ospitato dall’Unione delle chiese protestanti in Alsazia e in Lorena.