Corridoi umanitari francesi, un po’ di numeri

Avviati nel 2017, mutuati dall'esperienza italiana, ora un rapporto traccia gli aspetti principali del progetto

Roma (NEV/Riforma.it), 13 giugno 2019 – La Fédération de l’Entraide Protestante (FEP), in sostanza la diaconia protestante francese, e le associazioni partner dei Corridoi umanitari transalpini (Federazione chiese protestanti di Francia, Chiesa cattolica, Comunità di Sant’Egidio e Caritas) hanno pubblicato un primo studio sui beneficiari dell’iniziativa, arrivati in Francia da luglio 2017, momento di avvio del progetto mutuato dall’esperienza in corso dal 2015 in Italia a cura della Chiesa valdese, Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e Sant’Egidio. Il rapporto, basato sull’esperienza di 27 collettivi impegnati nell’accoglienza e di 21 famiglie beneficiarie, evidenzia la forte mobilitazione della società a favore dell’integrazione.

Lo studio fornisce informazioni sulla situazione delle famiglie ospitate, riporta le loro impressioni dopo l’arrivo in Francia e dimostra che è possibile offrire un benvenuto dignitoso e fraterno agli esiliati.

In Francia i Corridoi umanitari hanno avuto avvio nel luglio 2017, con flussi minori rispetto a quanto accade in Italia. In un anno, fino a luglio 2018 – periodo preso in considerazione dallo studio – sono state accolte in maniera sicura e legale 160 persone, 86 uomini e 74 donne, e fra loro 62 minori. 30 fra loro provengono dalla Siria, 23 dall’Iraq, 7 dalla Palestina.

La maggior parte delle persone accolte nel progetto (67%) viveva fuori dal proprio paese di origine da più di tre anni prima di raggiungere la Francia. Prima di aderire ai Corridoi umanitari, metà delle famiglie (11) avevano cercato di lasciare il Libano con altri mezzi.

Il 65% delle famiglie ospitate ha manifestato soddisfazione per le condizioni di alloggio in Francia. Alcune famiglie, tuttavia, considerano la loro casa o città di residenza troppo piccola, e alcuni hanno sottolineato la mancanza di mezzi pubblici per raggiungere i servizi scolastici e di cura. Per quanto riguarda le abitazioni il 58% dei gruppi ospitanti (15 intervistati) è riuscita a reperire alloggi gratuitamente, mentre il 42% di essi ha affittato un’abitazione.

La maggior parte dei collettivi ospitanti (62%) ha più di 15 membri e il 35% dei collettivi ne ha più di 26. Quasi il 60% ha dichiarato che tali gruppi di accoglienza sono stati appositamente creati per ospitare i beneficiari del progetto dei corridoi umanitari.

Il giorno in cui hanno risposto al questionario, nessuno dei rifugiati era impegnato in lavori retribuiti in Francia. Questa è una conseguenza delle difficoltà linguistiche ma anche del divieto di accesso al mercato del lavoro per i richiedenti asilo. Inoltre, metà degli intervistati ha indicato che loro o i loro familiari sono stati coinvolti come volontari in associazioni di beneficenza o organizzazioni sportive. Volontari si dunque, stipendiati no, come accade in larga parte anche in Italia.

L’83% dei beneficiari dei Corridoi umanitari francesi ha correttamente avanzato domanda di asilo entro i 15 giorni previsti dal protocollo siglato con lo Stato. La metà abbondante non è stata invece ascoltata dai funzionari ministeriali incaricati nei tre mesi successivi al loro arrivo, al contrario di quanto previsto dalle norme.

Il livello di francese per la maggior parte delle persone era di base o pari zero al momento dell’arrivo in Francia. Dopo tre mesi, la competenza linguistica è generalmente aumentata di un livello, sia nelle abilità di base che in quelle intermedie.

Il 36% degli intervistati ha dichiarato che i propri figli non avevano, o avevano accesso limitato, alla scuola in Libano. Il sondaggio mostra che il 67% dei bambini in età scolare è stato immediatamente accolto in una classe all’arrivo in Francia, mentre gli altri bambini sono stati ammessi con il passare dei mesi.

Il 72% degli intervistati e le loro famiglie non hanno avuto accesso a servizi medici gratuiti in Libano o in Siria. Al contrario, quasi tutti gli intervistati hanno riferito di avere ora accesso a servizi medici gratuiti e il 94% degli intervistati ha dichiarato che essi o i loro familiari avevano già usufruito di tale opportunità.

La metà dei gruppi di accoglienza ha indicato che l’impegno nel progetto dei corridoi umanitari ha cambiato positivamente la loro prospettiva sui migranti. Inoltre, tre quarti dei gruppi ritengono che il loro impegno nel progetto abbia cambiato positivamente il modo in cui le persone intorno a loro guardano alle persone migranti.

Tutte le comunità ospitanti incoraggiano altri collettivi a impegnarsi nel progetto dei corridoi umanitari.

 

Il rapporto è consultabile in francese e in inglese.