Groenlandia e clima. Una questione di scienza e di fede

"Non ci sono pezzi di ricambio per le balene". L’articolo di Claus Grue sul sito del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC)

Iceberg a Ilulissat, Groenlandia. Foto Claus Grue – CEC

Roma (NEV), 13 giugno 2019 – “Il mare calmo è disseminato di iceberg di tutte le forme e di tutte le dimensioni. Alcuni sembrano edifici di cinque piani, con pareti verticali a picco sulla superficie. Altri sembrano monti innevati che solcano lentamente l’acqua vuota”. Claus Grue* descrive così, sul sito del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), lo scenario di primavera ed estate nella zona di Disko Bay, sulla costa occidentale della Groenlandia, a 300 chilometri a nord dal Circolo polare artico. “Non ci sono pezzi di ricambio per le balene” è il titolo del suo articolo, dove Grue racconta come dal ghiacciaio Sermeq Kujalleq, ai primi caldi, enormi iceberg intraprendono un viaggio di 40 chilometri verso ovest attraverso il fiordo di Ilulissat verso le acque aperte, tra Groenlandia e Canada. Nessun altro ghiacciaio nell’emisfero settentrionale rilascia tali volumi di ghiaccio, stimati in 45 chilometri cubici l’anno.

Negli ultimi dieci anni la velocità con cui si muove il ghiacciaio è raddoppiata da 20 a 40 metri al giorno e i volumi più grandi di ghiaccio che si sciolgono nell’oceano causano un innalzamento del livello dell’acqua in tutto il mondo. I cambiamenti climatici divorano i bordi della calotta glaciale della Groenlandia.

“Questo sta accadendo molto più velocemente di quanto anticipato in precedenza. Un aumento di temperatura superiore alla media intorno ai poli della Terra ha gravi conseguenze, non solo per le persone che vivono in queste aree, ma per tutti” spiega Henrik Grape, consulente senior per la giustizia climatica e l’integrità del creato del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC).

Le implicazioni sociali ed economiche del riscaldamento globale sono evidenti, attività tradizionali quali la pesca e la caccia sono minacciate. La fauna nelle aree polari sta cambiando e gli habitat naturali per le specie, sia di terra che d’acqua, sono seriamente colpiti.

Sofie Petersen, vescova della diocesi di Groenlandia. Foto Claus Grue – CEC

“Peschiamo nelle nostre reti pesci mai visti prima; le gelide aree costiere, dove gli orsi polari saltano tra gli iceberg a caccia di foche, si stanno sciogliendo. È triste vedere questo splendido e maestoso animale cercare cibo nei bidoni della spazzatura nei sobborghi delle nostre città, invece di prosperare nel suo habitat naturale” ha dichiarato la vescova Sofie Petersen, leader spirituale della diocesi della Groenlandia, e da molto tempo attivista per lo sviluppo sostenibile.

“Non ci stiamo prendendo cura della creazione di Dio e questo danneggia noi stessi e il nostro prossimo. Dobbiamo nutrire e rispettare la natura, cruciale fonte di vita che non può essere ricomprata una volta distrutta. Non ci sono pezzi di ricambio per le balene e sarà troppo tardi per salvare Tuvalu e le altre isole, una volta che i livelli dell’oceano li avranno fatti annegare” sostiene Petersen. Il ruolo della chiesa è quindi quello di dare una prospettiva spirituale al cambiamento climatico e aumentare la consapevolezza su come rapportarsi alla creazione di Dio e ai suoi comandamenti.

“È una questione di scienza e di fede. I cambiamenti climatici si basano su fatti scientifici che la nostra fede può aiutarci a gestire e, si spera, a prevenire. Ciò che Dio ci ha dato non deve essere usato impropriamente e ci assumiamo la piena responsabilità dello stato in cui consegniamo la Madre Terra ai nostri figli” continua Petersen.

Nell’articolo, si parla anche della staffetta climatica in Groenlandia, un’iniziativa ecumenica nata nel 2009 per sensibilizzare sul tema del clima, sullo scioglimento del permafrost, sulle forti tempeste, diventate più frequenti negli ultimi anni. Due sono le prospettive cristiane: riflettere su come le chiese influiscono sul creato e su come esse si relazionano al comandamento “ama il tuo prossimo come te stesso”. Queste prospettive interpellano i credenti sull’uso consapevole e sostenibile delle risorse, sui trasporti, dall’aviazione civile a quello via mare, sui piccoli cambiamenti nei modelli di consumo, con attenzione ai bisogni essenziali, dal turismo sostenibile a una maggiore sobrietà. “È una questione di rispetto per la creazione di Dio e di contribuire su piccola scala per un clima migliore – conclude la vescova Petersen che, in quanto nativa della Groenlandia, ha sempre rispettato la natura e vissuto con la semplicità che qui è predominante –. Ascoltare i suoni ruggenti delle balene che respirano, osservare i cuccioli di orso polare giocare sugli iceberg e viaggiare con i cani da slitta su vasti paesaggi bianchi è qualcosa di cui non potrei fare a meno. Voglio fare tesoro di questo bellissimo paese”.

* Claus Grue è consulente alla comunicazione del CEC