L’orientamento sessuale non è una scelta, ma un dono di Dio

Chiuse in Svizzera le consultazioni sul progetto preliminare di legge sul matrimonio civile per tutti. I protestanti si sono espressi in assemblea a Winterthur. Il commento di Letizia Tomassone

Roma (NEV), 24 giugno 2019 – L’assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (FCES) riunita a Winterthur, ha approvato lo scorso 18 giugno all’unanimità la seguente dichiarazione: “Noi siamo voluti da Dio così come siamo stati creati. Non possiamo scegliere il nostro orientamento sessuale. Lo integriamo come espressione della nostra pienezza di creature”.

L’Agenzia NEV ha raccolto il commento di Letizia Tomassone, pastora valdese, docente di studi di genere presso la Facoltà valdese di teologia e associata del Coordinamento delle teologhe italiane (CTI): “Anche l’orientamento sessuale è un dono che viene da Dio e fa parte della complessità e della pienezza che sperimentiamo in quanto creature – ha dichiarato Tomassone –. Con questa affermazione, l’assemblea della Federazione protestante svizzera va oltre ogni dibattito su scelta, peccato, necessità di conversione, in materia di orientamento sessuale, e riporta l’attenzione su quanto la nostra creaturalità sia preziosa, fragile e complessa”.

“Si tratta di una bella affermazione che ‘risponde’ a distanza al documento Maschio e femmina li creòdella Congregazione per l’educazione cattolica – prosegue Tomassone –, dove invece proprio la dimensione della scelta di essere in un modo o nell’altro porta con sé la condanna morale e il sospetto di perversione della volontà di Dio. ‘Noi siamo come Dio ci ha creati’ è invece un’affermazione liberante, nello spirito della salvezza che ci è donata per grazia e non per il dovere di rientrare in un modello, comportamento o orientamento sessuale: la grazia è incondizionata ed è la base su cui costruiamo la nostra identità e i nostri percorsi di vita”.

Questa mozione si inserisce nel contesto della consultazione* sul progetto di legge sul “matrimonio civile per tutti” depositato dalla portavoce del gruppo verde-liberale Kathrin Bertschy, procedura che si è chiusa lo scorso 21 giugno. “Con questo documento la Federazione segna anche la prima tappa di una campagna civile in favore del matrimonio per tutti, con uguali diritti e doveri per tutte le coppie che decidono di rendere pubblica la loro unione” conclude la pastora Tomassone.

Non c’è una singola visione protestante sul tema, riporta protestinfo.ch: “In molte occasioni sono state formulate posizioni diverse, a volte contraddittorie” ha scritto il gruppo di lavoro FCES costituito per occuparsi della mozione. I delegati hanno quindi deciso di affermare un punto di vista comune sull’orientamento sessuale e hanno chiesto all’esecutivo di “continuare a lavorare sui temi della famiglia, del matrimonio, della partnership e della sessualità”.

* La consultazione appena conclusasi è una procedura legislativa svizzera che consiste in un esame preliminare dei progetti della Confederazione che hanno particolare portata politica, finanziaria, economica, ecologica, sociale o culturale. Tali norme vengono esaminate per valutarne esattezza, idoneità e consenso, coinvolgendo i Cantoni, i partiti rappresentati nell’Assemblea federale, le associazioni mantello dei Comuni, delle città e delle regioni di montagna, le associazioni mantello dell’economia e le cerchie interessate nel caso specifico. La Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale svizzero prevede di aprire il matrimonio alle coppie dello stesso sesso mediante una modifica di legge. Di conseguenza, non sarà più possibile costituire nuove unioni domestiche, mentre quelle registrate verranno convertite in matrimonio.  Il matrimonio omosessuale è già legale in Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svezia.