#Porajmos. Chiese europee ricordano l’olocausto dei Rom

Il 2 agosto si ricorda il Porajmos, che in lingua Rom significa “distruzione”: 3.000 bambini, donne e uomini uccisi dal nazismo nel 1944 ad Auschwitz

Foto tratta dal sito KEK

Roma (NEV), 2 agosto 2019 – In occasione della Giornata della memoria dell’olocausto dei Rom, la Conferenza delle chiese europee (KEK) e la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME) chiedono alle chiese di unirsi alle commemorazioni e alle preghiere per le persone Rom, Sinti, Yenish e Kale sterminate dal nazismo.

L’olocausto Rom, noto anche come Porajmos, che significa “divoramento” o “distruzione”, viene ricordato ogni anno il 2 agosto, data in cui il cosiddetto “campo per famiglie zingare” all’interno del campo di concentramento di Auschwitz viene liquidato e circa 3.000 bambini, donne e uomini, vengono uccisi nelle camere a gas, nel 1944. Nella giornata di oggi si commemorano Rom, Sinti, Yenish, Kale e altri gruppi correlati, che sono stati sistematicamente perseguitati e uccisi durante il nazismo. “Un promemoria per le discriminazioni subite, ancora oggi, dal più grande gruppo di minoranza in Europa” si legge nel comunicato diramato oggi dalla KEK e dalla CCME.

Torsten Moritz, segretario generale CCME, ha dichiarato: “Ricordare il Porajmos è un impegno costante per le chiese in Europa. L’azione delle chiese oggi è significativa, poiché l’esclusione e la violenza contro i Rom in Europa, purtroppo, non sono un ricordo del passato. Ogni settimana veniamo a conoscenza di nuovi atti di violenza da parte di gruppi che diffondono l’odio razziale, nonché dell’esclusione sistematica dei Rom da parte delle autorità pubbliche. Ciò è spesso accompagnato da una retorica dell’odio e di divisione da parte dei politici, che si definiscono cristiani. Come chiese cristiane dobbiamo sottolineare: ogni essere umano è uguale ed è creato a immagine di Dio”.

Il presidente della KEK, pastore Christian Krieger, ha detto: “Ricordare non è solo un compito di fedeltà al passato, è soprattutto un dovere verso il presente e il futuro, perché la discriminazione contro i Rom continua. Le chiese devono vigilare, pregare e agire per difendere i diritti umani di tutte le persone, specialmente le più vulnerabili e stigmatizzate”.

I Rom, in molti paesi europei, fanno parte di chiese membro della CCME e della KEK. Inoltre, diversi membri di questi organismi di chiese stanno conducendo progetti socio-diaconali per e con i beneficiari Rom e incoraggiano le chiese, e la società tutta, a lavorare per la giustizia per gli oltre dieci milioni di Rom che attualmente vivono in Europa.

La CCME terrà una conferenza sul tema “Giustizia per i Rom – una sfida per le chiese”, in data che sarà presto annunciata, per dare visibilità alle attività dei Rom nelle chiese e al tema della riconciliazione.