#OpenArms. Richard Gere da Lampedusa: “Non è una questione politica, ma umanitaria”. E ringrazia Mediterranean Hope

121 donne, bambini, uomini ed equipaggio sono ancora in mare aperto dopo 9 giorni dal salvataggio. Serve una risposta internazionale, e dalla conferenza stampa di stamattina si rilancia un corridoio umanitario europeo

Lampedusa (NEV/OpenArms), 10 agosto 2019 – Si è tenuta oggi a Lampedusa la conferenza stampa organizzata dalla Open Arms per dare conto della situazione a bordo della nave, ferma ormai da 9 giorni senza un porto di sbarco.

“Stanotte abbiamo soccorso un barchino con a bordo 39 persone in coordinamento con le autorità maltesi – ha dichiarato Riccardo Gatti, Capo Missione e Presidente Open Arms Italia -. Malta ci ha detto che avrebbe mandato una motovedetta, ma quando è arrivata, mentre ci apprestavamo a operare il trasbordo, la situazione è degenerata. Le persone a bordo da dieci giorni non capivano. Abbiamo comunicato che per motivi di sicurezza era impossibile far salire solo le ultime persone soccorse e che bisognava trovare soluzione di sbarco per tutte le persone a bordo. Da Malta abbiamo ricevuto un secco no”.

Anche Oscar Camps è intervenuto: “I governi europei stanno sovvertendo il diritto e le convenzioni internazionali per motivi politici ed economici. Nessun decreto, nessun codice di condotta, nessuna multa ci fermeranno dal proteggere la vita umana. Non lasceremo nessuna vita alla deriva.”

L’attore e attivista per i diritti umani Richard Gere, che ieri è stato di persona a bordo del rimorchiatore insieme ai naufraghi, ha detto: “Non sono interessato alla politica, questa non è una questione politica, ma umanitaria. Il mio interesse e quello dei volontari che sono sulla Open Arms è solo di aiutare altri esseri umani in difficoltà. A bordo ho incontrato persone straordinarie, coraggiose, con storie terribili. Vengono dall’Inferno. Soprattutto le donne, sono state tutte vittime di stupro. Quelle persone sono trattate come oggetti, sono considerate profitto, denaro. Capite cosa significa? Vogliono dividerci, ma siamo tutti interdipendenti. Invito ciascuno di voi a salire a bordo di queste navi, sentirete subito un’istintiva empatia. Siamo tutti esseri umani e possiamo prenderci cura gli uni degli altri. Voglio ringraziare anche Mediterranean Hope*, di cui non conoscevo lo straordinario lavoro. Sono stati d’ispirazione per me e per mio figlio. Senza il loro aiuto non avremmo potuto portare viveri e aiuto alla Open Arms”.

Alla conferenza è stato presente anche Gabriele Rubini (Chef Rubio): “È la politica che deve smettere di usare le persone. Le soluzioni ci sono, lo dimostrano i corridoi umanitari solo che la politica preferisce distrarre l’attenzione dai problemi reali del paese”.

Mediterranean Hope è il programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

FCEI e Tavola valdese hanno dato due giorni fa la loro disponibilità ad accogliere, in attesa della ricerca di una soluzione europea e di un ampliamento dei corridoi umanitari

Proactiva Open Arms è un’organizzazione non governativa che si batte per i diritti umani nel mare. Inizia le sue missioni di salvataggio nel settembre del 2015 a Lesbo (Grecia) dove salva mille persone nel Mar Egeo. Nell’inverno del 2016 estende le sue missioni nel Mediterraneo Centrale, dove in 4 mesi salva 15.000 vite a bordo della barca a vela Astral. Dall’inizio delle sue missioni nel Mediterraneo Centrale, salva 26.500 persone, 5.000 a bordo della Open Arms. Tutto grazie alle donazioni arrivate dalla società civile. A maggio 2018 è stato firmato un accordo di partenariato fra la ONG e la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI)

www.openarms.es/it

https://www.nev.it/nev/2018/05/24/fui-naufrago-mi-soccorreste-la-fcei-open-arms-sottoscrivono-un-accordo-partenariato/