Corea. La pastora femminista Chang: “Dobbiamo essere più profetici”

La predicatrice presbiteriana Sang Chang è presidente del CEC/Asia. Si è occupata di politica, educazione e teologia; già leader del movimento studentesco cristiano, è dottoressa in filosofia del Nuovo Testamento. Ha guidato il movimento femminista cristiano in Corea e ricoperto numerosi incarichi internazionali

Sang Chang, presidente del Consiglio ecumenico delle chiese per l’Asia. Foto Claus Grue - CEC

Roma (NEV), 22 agosto 2019 – In un lungo articolo sul sito del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), Claus Grue parla di Sang Chang. “Femminista ed ecumenica”, così viene descritta la pastora e predicatrice presbiteriana, è attualmente presidente del CEC per l’Asia. Nel 2002 viene nominata Primo ministro in Corea del Sud, con un’audace mossa del presidente e Premio Nobel per la pace Kim Dae-jung, ma in un’atmosfera politica declinata al maschile che porterà alla fine del mandato dopo un solo mese. L’anno scorso, Chang ha accompagnato l’attuale presidente, Moon Jae-in, in una delegazione in Corea del Nord per incontrare il presidente Kim Jong-un.

“Avevo incontrato suo padre Kim Jong-il nel 2000, come parte della prima delegazione in Corea del Nord dell’ex presidente Kim Dae-jung. Nel 2015 ho visitato di nuovo la Corea del Nord, quale delegata del CEC”, racconta Chang. Queste visite storiche sono le uniche tre volte in cui è stata “a casa” da quando è fuggita a Seul insieme a sua madre, per motivi religiosi. Aveva sette anni. Dei loro parenti, nella città natale Yong Chun al confine cinese, nessuna notizia.

L’anno prossimo ricorre il 70° anniversario dello scoppio della guerra di Corea. Chang ritiene che sia necessaria l’istruzione per migliorare la comprensione reciproca tra i due popoli, che vivono in sistemi politici completamente diversi. Ha quindi fondato, nel 2017, “Unified Future for Korea” un’organizzazione dedicata a facilitare la riunificazione attraverso l’istruzione.

Preghiere lungo la zona demilitarizzata. Foto Claus Grue – CEC

“I leader politici faranno il loro lavoro, ma una società riunificata significa incontro e convivenza dei popoli del Nord e del Sud. Non solo ci vorrà del tempo per superare le differenze ideologiche, ma ci vorrà del tempo per colmare le differenze culturali, comprese le nostre lingue. Le due Coree parlano la stessa lingua, ma alcune parole hanno cambiato il loro significato nel corso degli anni. Tuttavia, siamo un solo popolo e questa è la direzione dell’unità – sostiene Chang –. Sappiamo che la strada per la pace non è diritta, ma è una strada stretta che può essere rimodellata solo costruendo passo dopo passo la fiducia reciproca, basata sulla guarigione e la riconciliazione”. La sua idea di una Corea unificata è influenzata dalla fede cristiana. Sua nonna aveva aperto la prima chiesa nella sua città natale. “La vita stessa e la vita cristiana non possono essere separate” sottolinea.

Fra le sfide del movimento ecumenico, Sang Chang individua la questione ambientale, il coinvolgimento delle nuove generazioni, la lotta alla violenza, alle discriminazioni e alla disoccupazione giovanile: “L’influenza delle chiese deve crescere e rimanere forte. Dobbiamo rivitalizzare ciò che siamo e visualizzare ciò che vogliamo essere. Dobbiamo essere più profetici – afferma la pastora, che in un discorso alla Commissione ECHOS del CEC tenutosi a Seul la scorsa settimana, ha parlato del ruolo cruciale dei giovani cristiani, e conclude –. Spero che il programma ECHOS porterà al movimento ecumenico una visione creativa per il futuro. Ai giovani vorrei dire, non scoraggiatevi mai, andate avanti, mantenete alti i vostri principi e non arrendetevi”.

Chang è ambasciatrice per i diritti delle donne, attiva nell’educazione e nella comunità cristiana mondiale. Negli anni dell’Università “Ewha Woman”, a Seoul, Chang è leader molto attiva del movimento studentesco cristiano. Al Seminario teologico di Princeton negli Stati Uniti diventa dottoressa in filosofia del Nuovo Testamento. Di ritorno in Corea, guida il movimento femminista cristiano. Si dedica all’insegnamento, diventa membro esecutivo dell’Unione cristiana dei giovani e delle giovani (YMCA/YWCA) e di WARC, l’attuale Comunione mondiale di chiese riformate (CMCR). Nel 1988, è ordinata dalla Chiesa presbiteriana della Repubblica di Corea e nel 2013 è eletta presidente del CEC/Asia a Busan.