“Le religioni sono vie di pace”. Falso!

Nel nuovo libro di Paolo Naso, edito da Laterza, il politologo analizza vecchi e nuovi intrecci geopolitici e georeligiosi. Una “critica della guerra” che si conclude con quattro proposte concrete

Roma (NEV), 23 settembre 2019 – È uscito il nuovo libro di Paolo Naso “Le religioni sono vie di pace. Falso!”, edito da Laterza. “L’obiettivo polemico di queste pagine è l’idea tanto diffusa quanto poco motivata che le religioni siano ‘vie di pace’ – dichiara l’autore nelle prime pagine del volume –. Per noi, che pure muoviamo dall’appartenenza a una comunità di fede e da un vissuto convintamente religioso, è semplicemente falso. È falso che le religioni siano modelli irenici; è falso che si debba a loro quel fragile concetto di ‘tolleranza’ che, se non altro a partire dall’età moderna, ha permesso una certa coesistenza nella diversità delle appartenenze confessionali; è falso che al cuore delle religioni vi sia un’unica regola d’oro che le orienta verso la pacifica e costruttiva convivenza delle une con le altre; è falso, infine, che le religioni siano solo vittime di strumentalizzazioni di ordine politico o economico, queste sì ‘vere’ cause di ogni guerra”.

Il libro è suddiviso in 5 capitoli: “Fattore R”, dove si esaminano la diplomazia delle religioni e la violenza nei testi sacri; “I campi di battaglia delle religioni” dove si sviluppa, a partire da fatti storici ma non solo, un ragionamento geopolitico e georeligioso; “Una lezione incompresa”, che parla della pace inefficace, del concetto di tolleranza e delle guerre di religione; “L’attualità dei fondamentalismi” che esplora le origini e le sfaccettature dei fondamentalismi cristiani, islamisti, sionisti e di altre religioni orientali, nonché denuncia la loro convergenza in una innaturale e paradossale alleanza politica; infine, “Politica debole, religione forte”, dove Paolo Naso evidenzia il rischio di un ribaltamento di ruoli.

Paolo Naso, con una scrittura che sa essere asciutta, graffiante, ironica e sapiente, spiega i motivi delle sue affermazioni a partire da una ricognizione storica che spazia dalle Crociate alla Riforma, alla Guerra dei Trent’anni, ai conflitti israelo-palestinese, indo-pakistano, nei Balcani e in Irlanda, fino alle guerre civili in Nigeria o in Sudan, passando per le principali persecuzioni religiose e coloniali, fenomeni che hanno portato nei secoli a milioni di morti. Il “mercato religioso” e quindi le religioni stesse, con le loro ambiguità e fragilità, hanno trasformato gli equilibri mondiali. Paolo Naso imbastisce un pezzo di storia della tolleranza e fa emergere una sua “critica della guerra”, in termini filosofici, storici e politici, ma anche simbolici e teologici. Nel volume si ricordano avvenimenti quali l’introduzione della tortura o il “processo alle scimmie”, da cui si evince come la “Confessionalizzazione della politica” non faccia bene alle religioni, né alla politica stessa.

Le quattro proposte che emergono nelle conclusioni parlano della necessità di una ridefinizione della “religione”, individuano strategie di uscita dai fondamentalismi, richiamano al ruolo cruciale della libertà religiosa e alla politica come chiave di volta nei processi di pace. La vera pace, sostiene lo studioso, non deve essere gestita nel nome delle religioni, ma in nome dei diritti umani universali; e la politica deve ritrovare il suo ruolo.

Paolo Naso, politologo e giornalista, valdese, è coordinatore del programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Mediterranean Hope.

Paolo Naso, “Le religioni sono vie di pace. Falso!”, Laterza, 2019, pp. 132, euro 12.