Roma (NEV), 3 ottobre 2019 – Domenica 6 ottobre alle 10 il Sinodo per l’Amazzonia prenderà ufficialmente il via a Roma, nella Basilica di San Pietro. Fino al 27 ottobre l’assemblea dibatterà i tanti temi che emergono dal documento guida “Amazzonia: nuovi cammini per la chiesa e per una ecologia integrale” e le questioni a essi intrecciati: distruzione estrattivista, tutela dei popoli indigeni, migrazione e urbanizzazione, salute ed educazione, inculturazione e interculturalità, biodiversità, lotta alla povertà, giustizia sociale, tutela delle foreste e della natura. Già sul tappeto alcuni argomenti spinosi, dal ruolo delle donne al celibato, fino alle accuse di eresia e apostasia mosse dal cardinale Raymond Burke e dal vescovo Athanasius Schneider.
Anche 6 rappresentanti di altre chiese e comunità ecclesiali presenti e attive nel territorio amazzonico parteciperanno ai lavori: Pedro Arana Quiroz, pastore della chiesa presbiteriana del Perù, Moab César Carvalho Costa, dell’Assemblea di Dio brasiliana, Edgar Castaño, presidente del Consejo evangélico colombiano, Daniel dos Santos Lima, della Comunità Anglicana de Manaus della chiesa episcopale anglicana del Brasile, il pastore Cláudio Correa de Miranda, Vice-coordinatore CAIC chiesa anglicana del Brasile e il pastore luterano Nicolau Nascimento de Paiva, Coordinatore CAIC, della chiesa evangelica di confessione luterana in Brasile.
Durante un’affollatissima conferenza stampa in Vaticano il Sinodo per l’Amazzonia è stato presentato questa mattina dal cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, dal cardinale brasiliano Claudio Hummes, presidente della Repam e relatore generale del Sinodo per l’Amazzonia, e dal sottosegretario del Sinodo dei vescovi, Fabio Fabene, che hanno illustrato ai giornalisti presenti il documento Instrumentum Laboris, elaborato ad hoc per questo Sinodo, e la composizione dell’assemblea sinodale.
“L’Instrumentum Laboris è sostanzialmente la raccolta e la sistematizzazione per argomenti del materiale prodotto durante la fase della consultazione, un periodo di due anni durante i quali la chiesa in Amazzonia ha ascoltato tutte le componenti del Popolo di Dio interessate al tema (circa 80.000 persone). Non si tratta di un documento pontificio ma di un testo offerto come punto di riferimento per la discussione durante i lavori dell’Assemblea Sinodale” ha detto Baldisseri che in seguito, rispondendo alle domande ha chiarito che non si tratta neanche da una traccia emendabile di un documento definitivo, che scaturirà invece dal testo elaborato dall’assemblea sinodale e poi ratificato dal papa.
I sinodali sono 184. 136 di loro partecipano d’ufficio; tra questi, 113 provengono dalle diverse circoscrizioni ecclesiastiche panamazzoniche. 28 cardinali, 29 arcivescovi, 62 vescovi residenziali, 7 ausiliari, 27 vicari apostolici e 10 vescovi prelati, 21 membri non vescovi, tra diocesani e religiosi. Partecipano inoltre al Sinodo i 6 rappresentanti ecumenici, 12 invitati speciali scelti per la loro elevata competenza scientifica o che svolgono attività di natura umanitaria o tendenti alla salvaguardia dell’ambiente, 25 esperti, 55 uditori e uditrici, tra cui 10 religiose, 17 rappresentanti di diversi popoli originari ed etnie indigene, tra i quali 9 donne. Il numero totale delle donne che partecipano ai lavori sinodali è di 35: 2 sono invitate speciali, 4 esperte (di cui 2 sono suore) e 29 uditrici (18 sono suore).
“Il contesto di questo Sinodo è la grave crisi ambientale e sociale che vive l’Amazzonia – ha detto Hummes –. Una crisi climatica, che si mostra con il riscaldamento globale; una crisi ecologica, dovuta all’inquinamento e alla devastazione; una crisi sociale che si manifesta nella povertà e nella miseria e che affligge la maggior parte degli esseri umani e, in Amazzonia, in particolare gli indigeni, i piccoli agricoltori e coloro che vivono nella periferia delle città amazzoniche”.