“Proibita la persecuzione delle persone per motivi religiosi”. Nel 1568

L’Associazione protestante di cultura biblica “Albert Schweitzer” ricorda l'Editto di Turda che, fra l’altro, affermava che “la fede è un dono di Dio”

Giovanni Sigismondo Zápolya, re d'Ungheria

Roma (NEV), 8 ottobre 2019 – Sulla sua pagina facebook, l’Associazione protestante di cultura biblica “Albert Schweitzer” ricorda l’Editto di Turda, decreto emesso da Giovanni II (Giovanni Sigismondo Zápolya), re dell’Ungheria orientale, in cui autorizzava le comunità locali a eleggere liberamente i propri predicatori.

“I delegati delle Tre Nazioni della Transilvania, la nobiltà ungherese, i Sassoni della Transilvania e gli Székelys (i siculi della Transilvania di origine magiara) lo adottarono a Turda (oggi in Romania) il 28 gennaio 1568. Il decreto lasciava la libertà ai tre gruppi di regolare i loro affari interni, compresa la religione – si legge sulla pagina –. Già nel 1545 i Sassoni della Transilvania decisero l’introduzione della riforma luterana nella loro comunità. L’editto di Turda fu poi approvato dalla successiva Dieta. Fu specificato che ‘la fede è un dono di Dio’ e fu proibita la persecuzione delle persone per motivi religiosi. Questo in piena guerra di religione nel resto dell’Europa. L’editto riconosceva l’esistenza di quattro denominazioni: la cattolica, la luterana, la calvinista e l’unitaria. La tolleranza religiosa rimase una caratteristica distintiva di quello che diverrà il Principato di Transilvania”.

L’Associazione protestante di cultura biblica “Albert Schweitzer”, con sede a Cagliari, ha come obiettivo quello di favorire la diffusione della cultura biblica, promuovere i valori di tolleranza reciproca, laicità ed ecumenismo come contributo alla costruzione di un rapporto di pace tra le varie religioni ed etnie.