Sinodo amazzonico. Delegato luterano de Paiva: “Verso un’ecologia integrale”

C’è anche il pastore luterano Nicolau Nascimento de Paiva (presidente del Consiglio delle chiese cristiane amazzoniche - CAIC) fra i delegati fraterni al Sinodo speciale per l’Amazzonia che si sta svolgendo a Roma. L’importanza del lavoro ecumenico per l’economia, la politica, i diritti e la natura come “casa comune”

Foto wikipedia

Roma (NEV), 23 ottobre 2019 – C’è anche un pastore luterano, Nicolau Nascimento de Paiva, al Sinodo speciale per l’Amazzonia che si sta svolgendo a Roma dal 6 al 27 ottobre. L’obiettivo dell’incontro è quello di discutere le questioni ambientali, sociali e missionarie della chiesa cattolica presente nei nove paesi che compongono la regione amazzonica: Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù, Guyana, Guyana francese, Venezuela e Suriname. Nascimento de Paiva è parroco della Chiesa evangelica della confessione luterana in Brasile (IECLB) a Belém, nello Stato del Pará, e presidente del Consiglio delle chiese cristiane amazzoniche (CAIC), che comprende diverse chiese della regione, che svolge un ruolo di accompagnamento delle comunità urbane e rurali, e che negli ultimi tempi si sta impegnando molto sul tema delle migrazioni.

Insieme ad altri cinque “delegati fraterni”, della chiesa anglicana, presbiteriana e dell’Assemblea di Dio, sta partecipando ai lavori del Sinodo dove ha la possibilità di intervenire e fare osservazioni sul documento finale, ma non possibilità di voto.

“È significativo per noi essere testimoni in questo sinodo cattolico, ma la nostra presenza si spiega alla luce di una relazione ecumenica e interreligiosa. È un compito importante perché portiamo uno sguardo differente che nasce dal nostro lavoro nella regione amazzonica come CAIC, che è un organismo composto da differenti sensibilità evangeliche” ha detto all’agenzia NEV.

“Il CAIC tra le altre cose è fortemente legato al lavoro con le popolazioni migranti; questa è una realtà permanente delle aree amazzoniche in cui le persone si spostano continuamente. E questa è una preoccupazione che abbiamo come cristiani, evangelici e cattolici, e che ci porta ad agire insieme” ha proseguito.

Nascimento ci ha detto di aver riportato al Sinodo al vasta esperienza del CAIC mettendo in luce l’importanza dell’ecumenismo, del dialogo: “la relazione ecumenica che sperimentiamo nei nostri contesti potrebbe essere definita un ecumenismo di base, oltre che ecclesiastica, e si fonda sulla cura della casa comune. Portiamo avanti anche un dialogo interreligioso con quelle spiritualità che sono centrate sull’importanza della persona. È una fraternità aperta al dialogo, alle celebrazioni congiunte, a momenti legati alla difesa dei diritti umani dei nostri fratelli”.

“La problematica maggiore che si affronta in questo sinodo – ha detto Nascimento – è quella di incamminarsi verso un’ecologia integrale. L’essere umano non è separato dal suo intorno e la convivenza si deve basare su una ricerca di armonia e di responsabilità, verso una cura comune di questa casa comune. L’Amazzonia non può continuare a essere sfruttata e devastata come sta accadendo ora. Dobbiamo essere capaci di utilizzare i benefici che l’Amazzonia ci offre senza pregiudicare quel territorio e la convivenza con la natura. Per questo motivo è importante affrontare insieme ai cattolici, e ai popoli lì presenti che sono soggetti di diritto, le sfide che abbiamo di fronte. Dobbiamo mettere da parte la diffidenza e guardare a ciò che abbiamo in comune, guardare ciò che unisce e non ciò che separa, e lavorare su ciò che ci unisce a livello pratico. Sulle basi dottrinarie dobbiamo lasciare che agisca e lavori lo spirito santo. Il tempo lo dirà”.

“La parola chiave di questo sinodo è l’ascolto, e se si ascolta con attenzione si può comprendere la situazione politica, l’economia, la fede e le motivazioni di vita delle persone” ha concluso.