Sud Sudan senza governo. Le alluvioni aggravano situazione umanitaria

Il direttore del World Food Programme (WFP) delle Nazioni Unite per il Sud Sudan, Matthew Hollingworth, l’ha definita la peggiore alluvione degli ultimi 40 anni in questa parte dell'Africa. Un’emergenza che richiede risposte immediate. Chiese luterane in azione. Intanto slitta il governo transitorio di unità

Foto FLM

Roma (NEV), 14 novembre 2019 – Il Sud Sudan, già colpito da pesanti piogge estive, ha subito violente alluvioni la scorsa settimana. Centinaia di migliaia di persone hanno dovuto lasciare le loro case. È un’emergenza che richiede risposte immediate, come affermato dal direttore del World Food Programme (WFP) delle Nazioni Unite per il Sud Sudan, Matthew Hollingworth, definendola la peggiore alluvione degli ultimi 40 anni in questa parte dell’Africa.

L’ONU ha dichiarato che occorrono 61 milioni di dollari per salvare vite umane e garantire continuità di soccorso umanitario e beni di prima necessità alle vittime delle inondazioni. La Germania ha già donato 10,9 milioni di dollari al WFP per aiuti alimentari. Circa 750.000 persone necessitano di assistenza nei prossimi mesi.

Forti inondazioni hanno colpito, fra l’altro, le scuole di Maban dove la Federazione luterana mondiale (FLM) fornisce servizi di istruzione e protezione dei minori, mezzi di sussistenza e strumenti di coesione sociale a circa 150.000 rifugiati dalle regioni del Nilo azzurro e del Kordofan in Sudan e alla comunità ospitante di circa 70.000 persone. I rifugiati vivono in quattro insediamenti a Gendrassa, Batil, Doro e Kaya. Gendrassa, Batil e Kaya sono ancora inaccessibili. La maggior parte delle scuole sono state danneggiate, quelle ancora accessibili sono state usate come rifugio per famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case a causa delle inondazioni. Moltissime persone hanno perso la casa e il loro bestiame è annegato. Pecore, capre e mucche sopravvissute non hanno di che nutrirsi perché i pascoli sono ancora sott’acqua.

Nonostante i danni, alcuni insegnanti e studenti hanno preso l’iniziativa e si sono organizzati per prepararsi per i prossimi esami finali di scuola primaria e secondaria. “Complessivamente, sono stati colpiti più di 55.000 studenti” ha affermato Hilde van der Draai, coordinatrice per l’istruzione. Diverse scuole sono ancora inaccessibili e i materiali scolastici sono stati danneggiati o distrutti. A causa dell’alluvione, per il 2019 si prevedono scarsi risultati scolastici. Per mitigare il più possibile tale situazione la FLM, in collaborazione con l’UNHCR e altri partner, avvierà programmi intensivi per gli studenti che stanno preprando gli esami di fine anno. Il Sud Sudan ha bisogno di sostegno. Le famiglie che hanno perso la casa hanno bisogno di rifugi di emergenza e di aiuti, le scuole hanno bisogno di tende e spazi di apprendimento temporaneo.

Nel frattempo, la formazione di un governo transitorio di unità nazionale, che avrebbe dovuto prendere il via il 12 novembre, è slittata di 100 giorni, con un nuovo accordo siglato a Entebbe, in Uganda. La situazione umanitaria e sociale del paese resta critica, nonostante l’accordo di pace firmato a settembre 2018, ed è ulteriormente aggravata dalle alluvioni. Papa Francesco e l’arcivescovo anglicano di Canterbury, Justin Welby, hanno espresso l’intenzione di visitare insieme il Sud Sudan, sempre che le parti in conflitto formino il governo di unità entro febbraio 2020.

Il Consiglio delle Chiese del Sud Sudan, alla vigilia del 12 novembre, aveva diffuso un messaggio evidenziando che la volontà di pace non si misura solo da scadenze e accordi tecnici, ma è anche “una questione di cuore e di volontà politica. Il popolo del Sud Sudan ha implorato i propri leader di trovare una via pacifica per andare avanti, di guardare oltre l’interesse politico, le turbolenze emotive e le lamentele storiche e di tenere fede agli impegni verso il popolo come una chiamata sacra”. Nel messaggio, le chiese del Sud Sudan hanno anche sollecitato i politici a servire la gente, ad amarla e ascoltarla per porre le basi di una pace inclusiva e di rispetto della dignità umana.