Giornata mondiale contro AIDS. CEC: fare la differenza in ogni comunità

Il 1° dicembre la Giornata “per ricordare le persone che abbiamo perso, ringraziare per i progressi che abbiamo fatto e impegnarci di nuovo a garantire che nessuno rimanga indietro”. Il Consiglio ecumenico delle chiese ha predisposto una liturgia

Roma (NEV), 1° dicembre 2019 – Il 1° dicembre si celebra la Giornata mondiale contro l’AIDS 2019. Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) propone una liturgia sul tema “Le comunità fanno la differenza”.

La Giornata mondiale contro l’AIDS viene commemorata dal CEC nel contesto dei 16 giorni contro la violenza di genere, una campagna internazionale annuale iniziata il 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne) e che termina il 10 dicembre, Giornata dei diritti umani.

Il segretario generale del CEC, pastore Olav Fykse Tveit, ha ricordato gli oltre 30 milioni di persone morte di AIDS, sottolineando come la violenza di genere renda le persone più vulnerabili all’HIV.

“In questa Giornata mondiale contro l’AIDS, prendiamo parola e intraprendiamo un cammino con le nostre comunità per sconfiggere l’HIV; non lasciamo che qualcuno resti indietro”, ha detto Tveit.

Quasi 40 milioni di persone vivono attualmente con l’HIV, di cui oltre 25 milioni accedono a terapie antiretrovirali. Ma per il CEC non c’è spazio per il compiacimento.

“Vogliamo amplificare le voci dei più vulnerabili attraverso forum internazionali e regionali; noi e i nostri governi abbiamo la responsabilità di favorire l’accesso alla prevenzione, alle cure e al trattamento dell’HIV per tutti”, ha affermato Isabel Apawo Phiri, vice segretaria generale del CEC.

L’anno scorso 1,7 milioni di persone hanno contratto l’HIV e oltre 770.000 persone sono morte per malattie legate all’AIDS. Ogni settimana circa 6.000 giovani donne di età compresa tra 15 e 24 anni vengono infettate dall’HIV. Le donne che hanno subito violenza fisica o sessuale hanno una probabilità 1,5 volte maggiore di contrarre l’HIV rispetto alle altre donne. Più di un terzo (35%) delle donne in tutto il mondo ha subito violenze fisiche o sessuali in qualche momento della propria vita.

Spesso le comunità di fede sono in prima linea nella mobilitazione, nella cura, nell’educazione, nell’apprendimento e nella quotidianità del vivere insieme alle persone colpite dall’HIV.

“Le soluzioni per affrontare l’HIV non si trovano solo nelle torri d’avorio della politica, degli istituti di raccolta fondi o della burocrazia. Si trovano nelle comunità compassionevoli e competenti, che convivono con l’HIV con esiti positivi. Nelle loro lotte e nelle loro gioie, stanno mano nella mano con le persone sieropositive, vedendo ogni persona come un prezioso figlio di Dio e degna di cura”, ha detto il pastore Japé Mokgethi-Heath, sacerdote anglicano che vive con l’HIV, copresidente del Gruppo internazionale per l’alleanza ecumenica di difesa del CEC nonché del Coordinamento internazionale del CEC per le iniziative ecumeniche su HIV-AID (CEC-EHAIA).

In una preghiera all’interno della liturgia proposta dal CEC per la Giornata mondiale contro l’AIDS, si afferma il potenziale delle comunità di fede che agiscono per realizzare il cambiamento, creando piattaforme per il dialogo e la collaborazione. “Preghiamo per coloro che vivono con l’HIV o ne sono affetti e per i loro cari” recita la liturgia. “Preghiamo di ricevere forza e coraggio per combattere l’ingiustizia, le disuguaglianze, lo stigma e la discriminazione all’interno delle nostre comunità di fede”.

La Giornata mondiale contro l’AIDS viene commemorata il 1° dicembre di ogni anno, sottolinea infine il CEC, “per ricordare le persone che abbiamo perso, ringraziare per i progressi che abbiamo fatto e impegnarci di nuovo a garantire che nessuno rimanga indietro”.


Per approfondimenti:

Giornata mondiale dell’AIDS 2019

Materiale liturgico: le comunità fanno la differenza (pdf)