Roma (NEV/Voceevangelica.ch), 13 dicembre 2019 – Dice di aver agito per motivi di coscienza: ha fatto lavorare un’eritrea irregolare come colf, pur di farle sbarcare il lunario. Ora il vescovo luterano Gunnar Stålsett, 84 anni, membro del Comitato norvegese per il Nobel della pace, presidente onorario di “Religions for Peace”, già segretario generale della Federazione luterana mondiale (FLM), rischia il carcere. Ai media locali il vescovo ha detto: “Sono disposto ad assumermi questo fardello. Non è niente in confronto a quello che gli immigrati senza documenti hanno vissuto per decenni in Norvegia. Vivono nella paura ogni giorno”.
Negazione di diritti fondamentali
In Norvegia i richiedenti l’asilo respinti, che tuttavia rimangono bloccati sul territorio, vivono in un limbo: senza permesso di lavoro, senza un posto dove vivere e senza accesso all’assistenza sanitaria o alle prestazioni sociali. Una situazione, generata dall’ordinamento giuridico, che il vescovo emerito Stålsett definisce “immorale”. Consapevole di aver violato la legge, il vescovo definisce la sua “una forma di disobbedienza civile”: per lui la misericordia è e può essere vissuta come azione politica. La donna eritrea vive in Norvegia da 19 anni, da 14 assiste il vescovo nelle faccende domestiche, da quando cioè Gunnar Stålsett è andato in pensione.
Il sostegno del Consiglio ecumenico delle chiese
Il pastore luterano Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), essendo norvegese conosce bene la situazione. In un comunicato stampa rilasciato il 5 dicembre si schiera con il vescovo emerito: “Gunnar Stålsett ha seguito la sua coscienza. Questo è ciò che dovremmo fare quando sono in gioco principi importanti e valori fondamentali, che difendiamo come chiesa e come nazione. Dev’essere possibile, anche in Norvegia, garantire a tutti gli immigrati regolari una vita dignitosa e il diritto al lavoro, e allo stesso tempo proteggere i richiedenti asilo non rimpatriabili contro il cinico sfruttamento e prevenire il lavoro illegale”.
Criminalizzazione della solidarietà
Il vescovo Gunnar Stålsett dovrà comparire davanti al tribunale di Oslo il 19 dicembre. Rischia 45 giorni di detenzione. Il suo caso si aggiunge a tanti altri casi di “criminalizzazione della solidarietà” che in questi anni si stanno verificando in Europa, ma anche in Svizzera. Basti pensare al caso del pastore evangelico Norbert Valley di Le Locle, o a quello del parroco cattolico della Liebfrauen-Kirche di Zurigo Josef Karber, ma anche a quelli di “solidarietà laica” come nel caso di Anni Lanz o Lisa Bosia Mirra.