Roma (NEV), 30 dicembre 2019 – In seguito alla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che condanna la Repubblica dell’Unione del Myanmar per le violazioni dei diritti umani della minoranza musulmana dei Rohingya, l’Unione buddhista italiana (UBI) ha diramato, sabato scorso, un comunicato.
“L’Unione buddhista italiana ribadisce la ferma condanna di ogni forma di violenza e di ogni strumentalizzazione della religione per scopi politici, ideologici o per interessi nazionali che nulla hanno a che fare con l’insegnamento del Buddha – si legge nella nota stampa –. L’UBI ricorda, inoltre, che gli insegnamenti buddhisti hanno lo scopo di ridurre la sofferenza di ogni essere vivente, senza distinzione di religione, cultura o origine. Al contrario, ogni comportamento che sia causa di dolore o discriminazione è in totale contraddizione con quello che è il messaggio del Buddhismo stesso e per questo non può essere accettato”.
L’UBI, facendo riferimento alla tradizione di rispetto dei diritti umani e della tutela di ogni comunità espresse nei valori di convivenza democratica della cultura europea, dichiara inoltre: “è precisa responsabilità in quanto buddhisti italiani ed europei prendere le distanze da ogni forma di strumentalizzazione di ogni espressione religiosa, oltre che da ogni forma di violenza”.
I buddhisti italiani esprimono “ancora una volta la più profonda vicinanza alla comunità islamica, convinti della ferma necessità di valorizzare il dialogo tra religioni e culture come occasione di pace, di rispetto e di convivenza e conoscenza reciproca al di là dei pregiudizi e delle divisioni”.