Anglicani all’ONU: attuare pienamente diritti delle donne

Campagne globali in vista della 64^ sessione della Commissione sulla condizione femminile (CSW). Quest’anno si celebra il 25° anniversario della dichiarazione di Pechino e della piattaforma d'azione

Personale delle Nazioni Unite durante le discussioni del settore privato sull'uguaglianza generazionale in Kenya. Foto UNWomen - Kennedy Okoth

Roma (NEV), 21 gennaio 2020 – La fine della violenza di genere e il ruolo delle comunità di fede nella lotta per la parità di genere sono tra i temi evidenziati dall’Ufficio per la Comunione anglicana alle Nazioni Unite (ACOUN) in vista della 64^ sessione della Commissione sulla condizione femminile (CSW) delle Nazioni Unite sullo status delle donne. La CSW64 di marzo segnerà il 25° anniversario della dichiarazione di Pechino e della piattaforma d’azione, modello per raggiungere l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne, adottate da 189 paesi nel 1995.

La Comunione anglicana ha sottolineato la necessità di una risposta forte alla minaccia dei cambiamenti climatici e l’importanza delle donne, che sono in prima linea nella difesa dell’ambiente, in particolare le donne indigene; ha richiesto inoltre investimenti per l’emancipazione economica delle donne.

Saranno otto le delegate anglicane che parteciperanno a marzo, presso la sede delle Nazioni Unite a New York, alla CSW64 che è aperta anche alle ONG. C’è tempo fino al 27 gennaio per iscriversi.

Delegazione anglicana alla CSW63 del 2019 incontra la rappresentante permanente delle Isole Salomon, Janice Mose

ACOUN identifica quattro aree chiave per gli anglicani inerenti il superamento della violenza di genere e dei cambiamenti climatici. Il documento si conclude con sette raccomandazioni, fra cui la sollecitazione rivolta agli Stati membri delle Nazioni Unite a intraprendere azioni urgenti per attuare pienamente la Dichiarazione e la Piattaforma d’azione di Pechino insieme alla società civile e alle organizzazioni di fede; riconoscere il ruolo positivo della fede e delle comunità in ambito sociale e umanitario, attraverso ad esempio la promozione del benessere e il raggiungimento dell’uguaglianza di genere; intraprendere azioni per ridurre le discriminazioni e rimuovere gli ostacoli alla piena ed equa rappresentanza delle donne nella leadership e nel processo decisionale a tutti i livelli in tutti i settori”.

Rachael Fraser di ACOUN ha dichiarato all’agenzia AnglicanNews (ACNS) che quest’anno è stato “un momento per festeggiare dove siamo arrivati ​​negli ultimi 25 anni, ma anche un momento di sfida per riflettere su quanta strada ci sia ancora da fare”.

UNWomen ha lanciato quest’anno una serie di collaborazioni e campagne globali e innovative fra governi, società civile, organizzazioni internazionali e il settore privato, per “catalizzare l’azione collettiva, promuovere maggiori investimenti pubblici e privati ​​e fornire risultati rivoluzionari per donne e ragazze di tutto il mondo”.

Fra gli appuntamenti, il Generation Equality Forum (#GenerationEquality, Forum sulla parità delle generazioni) incontro convocato dalle Nazioni Unite e ospitato congiuntamente dai governi di Messico e Francia, (Città del Messico, 7-8 maggio; Parigi, 7-10 luglio). La 64^ Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne si terrà invece a New York dal 9 al 20 marzo.

Fra i temi cardine che mirano alla piena realizzazione dei diritti delle ragazze adolescenti e delle giovani donne durante il decennio di azione delle Nazioni Unite (2020-2030) per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile: il superamento della violenza basata sul genere, la giustizia e i diritti economici, l’autonomia del corpo, la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, l’azione femminista per la giustizia climatica, tecnologia e innovazione per l’uguaglianza di genere, movimenti femministi e leadership.

La 64a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne (UNCSW64) era prevista per il 9-30 marzo a New York. Lunedì 2 marzo l’ONU ha rinviato l’incontro alla fine del 2020 a causa dell’epidemia di Coronavirus.