Sinodo Rio de la Plata. Trotta: attenzione alle sirene dei populismi

Le riflessioni della moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta al suo ritorno dal Sinodo rioplatense

Roma (NEV/chiesavaldese.org), 11 febbraio 2020 – Tra il 1° e il 3 febbraio si è tenuto il Sinodo della Chiesa evangelica valdese del Rio de la Plata. Il sito Chiesavaldese.org ne ha parlato con la diacona Alessandra Trotta, che è stata membro del Sinodo stesso quale moderatora della Tavola Valdese, massimo organo decisionale delle chiese metodiste e valdesi,.

Trotta ha evidenziato la ricchezza di far parte di una chiesa che ha un’espressione nel Sud del mondo e una nel Nord del mondo, parlando di “un’opportunità unica per una visione allargata e integrata di temi e sfide comuni che la globalizzazione ci mostra sempre più interconnessi, ma spesso in tensione. Basti pensare al tema della salvaguardia del creato, che la sessione italiana ha scelto come tema della serata pubblica del prossimo sinodo”.

La moderatora ha anticipato l’attivazione di nuovi programmi di scambi, visite e partecipazione a esperienze formative e si è chiesta “Come vivere una grande storia di testimonianza e resistenza nei secoli, quale è quella da cui veniamo come valdesi, nella quale siamo radicati (per le chiese rioplatensi fatta anche delle fatiche e dalle durezze dell’esperienza dell’immigrazione), senza farne un oggetto di culto, un fossile da conservare nella teca di un museo ma considerandola risorsa da spendere in un modo che sia significativo, comprensibile, credibile per l’oggi”.

Le sfide sono alte: “Aleggia anche lì la parola crisi: economica, politica (con gli occhi puntati su quanto accade nelle vicine Colombia e Venezuela), ma soprattutto crisi spirituale e di motivazione, che fa camminare con uno sguardo basso che impedisce di riconoscere e valorizzare – come ha chiesto con forza una deputata in un suo intervento – i luoghi, gli spazi in cui, invece, si manifestano entusiasmo, energie positive, azioni profetiche. Un’istanza molto sentita dai più giovani”. Fra le parole chiave enucleate dalla moderatora Trotta: formazione, competenza, orizzontalità, genere, corporeità intesa come trama complessiva di relazioni ed esperienze della vita concreta che interagiscono con il cammino di fede. Una formazione “collettiva sul tema dell’educazione cristiana, in cui si riconoscono chiaramente le linee della teologia della liberazione e dell’educazione popolare, che caratterizzano la riflessione e le pratica delle chiese valdesi (e di altre Chiese protestanti) in quella regione”.

Fra le strategie emerse per il lavoro presente e futuro, quello della trasformazione personale e sociale, l’ascolto, la formazione di “équipe pastorali” di laici e laiche, la tematizzazione della “realtà prevalentemente rurale delle chiese […] che in Italia e nel mondo sono quelle che soffrono più di altre un deficit di riconoscimento (dei propri valori e del proprio valore) e che più di altre subiscono il fascino delle sirene dei populismi e dei nazionalismi aggressivamente identitari” sostiene Trotta, che torna in Italia anche con una seconda “sorpresa: la forte preoccupazione con cui si guarda alla crescita (supportata economicamente a livello internazionale) dei fondamentalismi evangelicali come una minaccia per l’esistenza stessa delle Chiese più aperte e dialoganti, fatte oggetto di attacchi sempre più aggressivi nel quadro di un progetto politico finalizzato all’approvazione di leggi confessionalmente orientate, che mirano a un forte controllo della vita privata delle persone, limitativo di diritti e libertà”.

Leggi il contributo integrale della moderatora Trotta su chiesavaldese.org