Roma (NEV), 19 febbraio 20202 – La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) si unisce all’appello e al sit-in a sostegno della giornalista Maria Grazia Mazzola che si svolgerà il 20 febbraio alle 10,30 davanti al Tribunale in via Saverio Dioguardi, a Bari.
Proprio quel giorno, infatti, presso il Tribunale di Bari, si terrà l’udienza di rinvio a giudizio nei confronti di Monica Laera – condannata per 416 bis in Cassazione e moglie del boss Lorenzo Caldarola -. La Laera il 9 febbraio 2018 aggredì con un pugno, per strada, l’inviata speciale del TG1 Maria Grazia Mazzola mentre poneva domande durante un’inchiesta sui giovani e le mafie.
“Il Giudice nell’udienza deciderà sul rinvio a giudizio e sull’ammissione di ben 10 Costituzioni di Parte Civile a mio sostegno – ha detto Maria Grazia Mazzola-. Si tratta di Libera, Rai, Ordine Nazionale dei Giornalisti, Associazione Stampa romana, Unione Donne in Italia, i Centri Antiviolenza Renata Fonte e Giraffa, la città di Bari e l’FNSI”.
Maria Grazia Mazzola quel 9 febbraio era occupata in un’inchiesta per il servizio pubblico, su come il clan Strisciuglio arruola i giovanissimi nei traffici di spaccio di droga e nelle estorsioni. Alcune delle domande poste dalla giornalista riguardavano il figlio della Laera, Ivan Caldarola, oggi in carcere per estorsione e detenzione di armi.
“La Puglia, Bari, Lecce, Foggia devono emanciparsi dall’emergenza mafie – ha detto la giornalista -. Vanno sostenuti i giovanissimi più deboli, dando loro sostegno e alternative lavorative. Vanno sostenuti gli imprenditori e i cittadini minacciati, gli operatori religiosi dei Salesiani di Bari già minacciati per lavorare sulla legalità. L’informazione libera è il presupposto di un Paese democratico con gli occhi aperti. L’opinione pubblica va informata che c’è speranza per tutti: a partire dai giovani reclutati dai clan” ha concluso.