Sette settimane senza pessimismo

Il Decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), pastore Heiner Bludau, interviene sulle sette settimane che precedono la Pasqua in una riflessione dal titolo “Tempo della Passione – Il viaggio verso la Liberazione”

Roma (NEV/CELI), 20 febbraio 2020 – Mercoledì 26 febbraio inizia la Quaresima, anche conosciuta liturgicamente come “tempo della Passione”, in attesa della Pasqua.

“Molte persone usano le sette settimane prima della Pasqua, questi 40 giorni (la domenica è esclusa in quanto giorno del Signore), per digiunare, nel senso di rinunciare consapevolmente a qualcosa – scrive il decano della Chiesa evangelica luterana in Italia

Heiner Bludau, foto CELI

(CELI), pastore Heiner Bludau, sul sito CELI –. Niente carne, niente dolci, niente alcolici, o al giorno d’oggi anche niente cellulare. La Chiesa evangelica tedesca (EKD), da diversi anni promuove la campagna ‘7 settimane senza’, dove il ‘senza’ acquisisce ogni anno una diversa declinazione. Nel 2019 era senza bugie. Sette settimane senza bugie. Quest’anno invece sarebbero sette settimane senza pessimismo. Impresa tutt’altro che facile di fronte all’incertezza politica, all’avanzata del radicalismo di destra, al razzismo e all’antisemitismo e alle più che ovvie conseguenze del cambiamento climatico. E in quest’ottica questo proposito diventa ancora più importante. Se mi faccio portare dal pessimismo e mi arrendo alla sofferenza, sono paralizzato. Volgersi verso la vita, verso la resurrezione, significa invece muoversi, agire”.

Bludau prosegue la sua riflessione sulla fede cristiana e sull’interpretazione di Lutero, per cui “Cristo ci ha liberati attraverso la sua sofferenza e la sua morte”, mettendo in primo piano non tanto la sofferenza, quanto “la via di Cristo verso la croce, un tempo che richiama sulle fondamenta della vita. Un tempo che ci porta alla liberazione attraverso Cristo”.

La morte di Cristo, secondo Bludau, “ci porta la liberazione e ci richiama a un dovere”, invitando a vivere il tempo della Passione “per prendere coscienza, per fare ordine e pulizia. Nella nostra vita. Nelle nostre relazioni, nei nostri progetti”.

Conclude il decano: “non voglio essere frainteso, non voglio pregiudicare le proposte quaresimali. La rinuncia ci aiuta a concentrarci sull’essenziale. Ci aiuta a liberarci dal superfluo. A mettere ordine. Fare spazio, spazio all’essenziale. Fare spazio a ciò che ha davvero senso nella vita. Senso per me stesso e senso per gli altri. Spazio per gli altri, per l’altro. ‘Il vero digiuno’, dice il profeta Isaia, ‘è saper dividere il pane con chi ha fame’. E tutto questo nella felice consapevolezza di essere stati ‘riscattati a caro prezzo’”.

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