Honduras. Attacchi contro le “Donne ecumeniche per il diritto a decidere”

Preoccupazione per minacce, intimidazioni, insulti e costanti cyber attacchi al raggruppamento honduregno

Roma (NEV), 25 febbraio 2020 – La Rete di Teologhe, Pastore, Attiviste e Leader Cristiane (TEPALI), presente in America latina nell’accompagnamento delle donne di fede che lavorano per la giustizia di genere, esprime pubblicamente la sua preoccupazione per gli attacchi e le intimidazioni subite dalle difensore dei diritti delle donne in Honduras, in particolare negli ultimi tempi verso le donne del gruppo Ecumeniche per il Diritto a decidere. Il raggruppamento molto attivo nelle rete sociali è stato fatto oggetto di minacce, intimidazioni, insulti e costanti cyber attacchi che hanno portato varie volte alla chiusura delle loro pagine social.

La situazione delle donne in Honduras è particolarmente difficile. La settimana passata le organizzazioni honduregne hanno chiesto al governo di stanziare risorse specifiche dal bilancio nazionale a favore dell’uguaglianza di genere e di dichiarare lo stato di emergenza nazionale per le oltre 40 donne che quest’anno sono morte a causa della violenza.

“Più di 2.000 donne sono state assassinate in Honduras tra il 2015 e il 2019 e più del 90% di questi casi sono rimasti impuniti” ha detto all’agenzia stampa EFE Suyapa Martínez, direttrice della ONG Centro per gli studi sulle donne. L’Honduras, con circa 9,2 milioni di abitanti, di cui il 52% sono donne, la stragrande maggioranza delle quali è povera, registra l’omicidio di una donna al giorno, secondo i dati del Centro per gli studi sulle donne.

La dichiarazione della TEPALI, oltre ad esprimere preoccupazione e rifiutare ogni forma di violenza contro le donne, chiede alle autorità honduregne di “adottare misure di protezione urgenti e a far luce sugli attacchi già perpetrati. Come donne cristiane non concepiamo la violenza come modo per risolvere i conflitti e le differenze e crediamo fermamente che la pace sia possibile solo come frutto della giustizia”.