Emergenza coronavirus. Consulta servizio civile: tutelare salute e comunità

Le indicazioni del Dipartimento dell’Ufficio per il Servizio civile universale (SCU) sull'impiego degli operatori volontari hanno un valido impianto culturale e operativo

Foto tratta dal sito della Diaconia valdese

Roma (NEV), 10 marzo 2020 – La Consulta nazionale enti per il servizio civile (CNESC), di cui fa parte la Diaconia valdese, ha diramato un comunicato stampa in cui condivide la circolare Indicazioni agli enti di servizio civile in relazione all’impiego degli operatori volontari nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 (coronavirus, ndr)” che il Dipartimento dell’Ufficio per il Servizio civile universale (SCU) ha emanato l’8 marzo, a integrazione di quella omonima del 6 marzo.

Nel sottolineare il valore dell’impianto culturale e operativo della circolare, la CNESC afferma: “La tutela della salute degli operatori volontari e le misure di permesso straordinario per coprire i giorni di malattia o di coinvolgimento nei provvedimenti cautelativi stabiliti dalle norme sanitarie, sono nello stesso tempo una priorità individuale e una misura di tutela della comunità, oltre che di rispetto delle leggi.

Anche il fermo forzato di numerose attività ordinarie in cui erano impegnati gli operatori volontari, può costringere a ricorrere alla medesima misura – prosegue la CNESC –. Ma l’evoluzione della situazione sanitaria, sociale ed economica del nostro Paese richiede, accanto a disposizioni di tutela, azioni di partecipazione civica”.

L’invito è di “continuare ad assicurare, con responsabilità e consapevolezza, il proprio contributo quotidiano a favore dei territori e delle comunità” continuando a svolgere il servizio civile universale ove possibile, realizzando al meglio le attività previste dai progetti. Laddove temporaneamente non possibile ci stiamo attivando con le organizzazioni di base per rimodulare il servizio degli operatori volontari, una volta ricevuto il loro consenso, in attività nuove a favore della comunità”.

Tali attività verranno concordate con i volontari stessi, in collaborazione con gli enti locali, gli altri organi pubblici e le organizzazioni del Terzo Settore.


La Conferenza nazionale enti servizio civile (CNESC) raggruppa alcuni dei principali Enti accreditati con il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile. Le sue sedi sono presenti in 3.557 Comuni, 108 province e 101 Stati esteri. Rappresenta 7.171 organizzazioni senza scopo di lucro e 247 Enti pubblici, con 17.859 sedi di attuazione.

Alla CNESC aderiscono: Acli, Aism, Anpas, Anspi, Arci Servizio Civile, Associaz. Comunità Papa Giovanni XXIII, Avis nazionale, Caritas Italiana, Cesc Project, Cnca, Commissione sinodale per la diaconia – Diaconia valdese (CSD), Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, Cong. P.S.D.P. Ist. don Calabria, Federazione SCS/CNOS Salesiani per il sociale, Federsolidarietà/CCI, Focsiv, Inac, Legacoop, MCL – Movimento Cristiano Lavoratori, Shalom, Telefono Azzurro, Uildm, Unitalsi, Unicef, Unpli, Vides Italia Osservatori: Cesc, Movimento Nonviolento.