Roma (NEV), 18 marzo 2020 – John Bremner è pastore della Chiesa riformata unita di Gran Bretagna (United Reformed Church – URC). È stato pastore delle chiese metodiste in Italia, a Cremona e Piacenza, ad Agape (centro ecumenico internazionale di Prali – Torino); amico delle chiese valdesi e metodiste, da anni è fedele interprete ufficiale al Sinodo. L’Agenzia NEV lo ha raggiunto via mail per una breve intervista.
Emergenza coronavirus. Le attività e le chiese nel Regno Unito sono aperte? C’è qualche presa di posizione ufficiale da parte delle autorità religiose?
Se avessi risposto stamattina, avrei detto altre cose: la situazione sta cambiando di ora in ora. Il governo a Westminster sembrava essere sempre un po’ indietro, o almeno così sembrava fino a ieri. Oggi, invece, si ha l’impressione di trovarsi quasi in uno stato di guerra con tutti i diversi governi, UK, Scozia, Londra ecc., e stanno agendo tutti con la massima energia.
Oggi diverse Chiese in Gran Bretagna hanno rilasciato messaggi, chiedendo a tutte le comunità di pensare con cura a cosa fare. La Chiesa di Scozia ha chiesto alle comunità di cancellare tutti i culti e le altre attività con effetto immediato. Ha anche cancellato la sua Assemblea Generale, la quale sarebbe stata convocata il 16 maggio. La Chiesa Episcopale Scozzese (che fa parte della Comunione anglicana) ha cancellato il suo Sinodo Generale, che era in agenda per la seconda settimana di giugno. La Chiesa riformata unita (la mia chiesa) aveva chiesto già il 14 marzo a tutte le comunità di sospendere i culti e altre riunioni, e pare che tanti pastori e concistori stiano cercando di mantenere i contatti e i culti via internet. La Chiesa d’Inghilterra ha sospeso oggi tutti i culti. Anche le Moschee che fanno parte del Consiglio musulmano britannico hanno sospeso tutte le attività di culto.
Come affrontano il tema i mass media locali?
Localmente, in Scozia, i mass media sembrano fornire un servizio molto buono, anche se per i giornali cartacei, quando vengono stampati, la situazione è già cambiata.
Lei percepisce, nell’ambiente che frequenta e dal suo punto di osservazione, un cambiamento di atteggiamento rispetto all’emergenza in Europa e nel Regno Unito?
Senz’altro la maggior parte delle persone ha capito che le cose sono cambiate e che bisogna cambiare atteggiamento. Dalla finestra di casa vedo, per esempio, meno gente in giro. Vedo anche più spazio tra le persone per le strade e alcuni giorni fa, quando sono uscito, ne ho vista meno anche nei negozi (dove diventa sempre più difficile trovare quello che si cerca).
Pensa che il fenomeno Brexit incida anche nelle scelte istituzionali sulle questioni sanitarie?
Per quanto riguarda ‘Brexit’, direi che non viene quasi menzionata. Abbiamo capito che questo virus è una minaccia a tutte e a tutti, non conosce frontiere e fermarlo non è più possibile. Nessuno sa dire quale impatto il virus avrà sul processo Brexit, ma può darsi che non sarà possibile avere un accordo entro il 30 settembre, data ultima per avere il tempo necessario all’iter di tutta la legislazione prevista, sia nel Regno unito, sia nella Comunità europea. Si vedrà.
Che lei sappia, le strutture ospedaliere in UK sono attrezzate per un’eventuale degenerare della situazione?
C’è una certa preoccupazione fra la gente su come le autorità potranno guidare la situazione – per esempio, se gli ospedali saranno in grado di gestire tutti coloro che avranno bisogno di cura di emergenza. D’altra parte, siamo due o tre settimane indietro rispetto ad altri paesi, e le informazioni che vengono dall’Italia, dalla Francia e dalla Spagna (come anche dalla Cina e dagli altri paesi che sono ‘avanti a noi’) servono di aiuto a tutti coloro che stanno organizzando le risposte mediche ed economiche. Se queste risposte funzioneranno, chi lo sa?
Come credente, che messaggio si sente di condividere?
Come credente, il mio messaggio sarebbe semplicemente che è nostro dovere sostenerci gli uni gli altri, in modo pratico e in preghiera. La Bibbia ci chiama a fare tutto quello che possiamo per difendere e aiutare i deboli, sia in termini fisici, sia in termini economici, e ci ricorda anche che tutti coloro che hanno potere sono responsabili davanti a Dio per le loro azioni, e saranno giudicati per le loro decisioni. Ma allo stesso tempo, ci ricorda che tocca a noi pregare per loro. Se non hai pregato per il governo e per le autorità mediche e scientifiche in questa situazione difficilissima, non hai il diritto di criticarli! v