Coronavirus, i battisti stanziano un quarto dei fondi Otto per mille 2020

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Roma (NEV), 24 marzo 2020 – Un nuovo stanziamento per aiutare la popolazione durante e dopo la pandemia da Covid19 dal mondo protestante. Dopo la decisione della Tavola valdese di devolvere 8 milioni, le chiese dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (UCEBI) hanno comunicato oggi la volontà di stanziare un quarto dei fondi dell’Otto per mille 2020 per attività di tutela della salute.

“Le chiese dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, solidali e partecipi con quanti stanno soffrendo per la spaventosa emergenza sanitaria causata dal coronavirus – si legge infatti in una nota firmata oggi da Giovanni Paolo Arcidiacono, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia -, esprimono profonda partecipazione per il dolore delle famiglie delle vittime del virus  e il proprio sostegno ai medici, al personale sanitario e quanti – volontari, membri della protezione civile e rappresentanti delle istituzioni  – sono impegnati in prima linea nei soccorsi. Per spirito cristiano e dovere civico, l’Unione Battista ha deliberato di stanziare il 25% dei fondi del proprio Otto per mille 2020 per interventi da individuare volti a tutelare il diritto alla salute della popolazione nei casi di epidemie opandemie da  virus e  per interventi assistenziali volti a tutelare tutte quelle fasce della popolazione colpite dalla crisi sanitaria, economica e sociale causata dal virus”.

Inoltre, continuano i battisti, “considerato che l’emergenza sanitaria in corso richiede interventi urgenti e immediati, l’Unione Battista sta studiando interventi mirati a valere sulle rimanenze e le restituzioni dei propri fondi otto per mille 2019”.

Dal 2008 l’Assemblea generale dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia usufruisce, “per soli fini umanitari, sociali e culturali”, delle opportunità offerte dalla legge 222/85 attraverso l’8×1000. L’UCEBI, si legge sul sito della Chiesa, “continua ogni anno a utilizzare il 100% dei fondi ricevuti con estremo rigore, destinandoli – fino all’ultimo centesimo – esclusivamente ad interventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali, in Italia e all’estero”.