Comunicazione e comunità in tempi di isolamento

L’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC) invita a un dialogo aperto, onesto e trasparente sulle decisioni e sugli eventi che incidono sulle comunità. “occorre che i media siano gestiti dalle comunità stesse e che i social consentano un'autentica partecipazione sulle questioni politiche, sociali e culturali di interesse pubblico”

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Roma (NEV), 26 marzo 2020 – In una lettera rivolta ai membri e partner dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC), il Segretario generale Philip Lee ha parlato della crisi che il mondo sta affrontando a causa della pandemia di coronavirus. Servono tempo e determinazione per superare questo momento, e ci vorrà anche “una certa solidarietà: prendersi cura della propria famiglia, ma anche del prossimo”. Il tempo di crisi colpisce anche l’ambito della comunicazione, oltre che quello della gestione dell’emergenza, avverte Lee, che si interroga su quali notizie e informazioni siano credibili, su come mantenere le relazioni, come comunicare con buon senso. Lee prende a prestito le parole della Bibbia “c’è un tempo per abbracciarsi e un tempo per astenersi dall’abbracciare … un tempo per tacere e un tempo per parlare”, invitando la comunità, per il momento, a evitare di abbracciarsi, ma a continuare a comunicare parole di speranza.

La WACC sostiene che “per il nostro bene comune, dobbiamo usare e promuovere tecnologie per unire persone e comunità”.

Il coronavirus (COVID-19) sta innalzando barriere fisiche e psicologiche. Poiché le persone e le comunità stanno vivendo vari gradi di isolamento, paura e disperazione, è importante, secondo la WACC, “utilizzare le tecnologie di comunicazione, in particolare i social media e le piattaforme digitali, per trasmettere informazioni affidabili e storie di coraggio e speranza”.

La comunicazione ha un ruolo cruciale nel rafforzare la pace, la sicurezza e la giustizia sociale. In un mondo sempre più digitale, la comunicazione è vitale per costruire comunità. Questi sono alcuni dei principi fondamentali dell’Associazione.

La “comunicazione” non è scontata per tutti: accessibilità, lingua, rappresentanza e partecipazione sono solo alcune delle aree che bisogna tenere presenti.

La comunicazione, dice la WACC, è “il legame invisibile che tiene insieme le comunità. La vita di una comunità si arricchisce in un dialogo aperto, onesto e trasparente sulle decisioni e gli eventi che incidono sulla vita di chi la compone. Questo vale anche per un quartiere o un villaggio, una città, una comunità religiosa o una comunità di nazioni”.

Per rinforzare le relazioni, occorre che i media siano gestite dalle comunità stesse e che i social consentano un’autentica partecipazione sulle questioni politiche, sociali e culturali di interesse pubblico.

“Sfortunatamente, nell’era della comunicazione digitale, dobbiamo essere ancora più cauti rispetto al rischio della disinformazione – sostiene la WACC -. Dobbiamo dare priorità alla comunicazione che unisce le persone e che le aiuta a promuovere interessi comuni, piuttosto che a ciò che divide o semina paura. Dobbiamo supportare e condividere media affidabili”.

In una recente pubblicazione, la WACC ha proposto dieci principi da applicare alla comunicazione nell’era digitale. Sono formulati per illustrare i diritti di comunicazione che tutti potrebbero ragionevolmente rivendicare come essenziali per il buon governo, la buona cittadinanza e la costruzione di una vera comunità:

* Tutti hanno il diritto di comunicare, informare e condividere le conoscenze. Ciò riflette la libertà degli individui e delle comunità di esprimere le loro opinioni e aspirazioni.

* Tutti hanno diritto alla dignità e al rispetto. Ciò riflette l’uguaglianza degli individui “senza distinzioni di alcun tipo, di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinioni politiche o di altro tipo, origine nazionale o sociale, proprietà, nascita o altro status”.

* Tutti hanno diritto alla giusta rappresentazione. Ciò riflette la necessità di una rappresentanza equilibrata ed equa nella comunicazione pubblica e la necessità di contrastare rappresentazioni infondate.

* Ogni individuo ha diritto alla propria identità culturale e linguistica. Ciò riflette la necessità che la comunicazione pubblica apra lo spazio per visioni del mondo alternative.

* Tutti hanno diritto alla possibilità di comunicare e all’alfabetizzazione mediatica. Ciò riflette la necessità di un’adeguata formazione e sviluppo delle capacità.

* Tutti hanno diritto a comunicazioni, informazioni e conoscenze accessibili. Ciò riflette la necessità di una reale accessibilità all’infrastruttura di comunicazione e a quella di ridurre al minimo gli ostacoli economici.

* Tutti hanno il diritto di prendere parte all’informazione e alla comunicazione. Ciò riflette la necessità di eliminare le barriere politiche, economiche, sociali e culturali.

* Tutti hanno diritto a mass media e social media indipendenti. Ciò riflette la necessità di responsabilità dei media, della trasparenza e di una relazione virtuosa tra buon governo e buona cittadinanza.

* Tutti hanno diritto alla varietà di opinioni e punti di vista. Ciò riflette la necessità di una serie di fonti di informazione e di notizie equilibrate e contestualizzate.

* Tutti hanno diritto a una comunicazione pubblica equa e imparziale. Ciò riflette la necessità di norme etiche e responsabilità a tutti i livelli.

“In questi tempi di isolamento – conclude la WACC – le persone e le comunità hanno bisogno di mezzi di comunicazione efficaci e affidabili. Le tecnologie digitali possono fornire alle persone il modo di rimanere in contatto e di far circolare informazioni vitali che possono salvare vite. L’accesso aperto al digitale è un ottimo esempio pratico di affermazione dei diritti della comunicazione”.