Le chiese evangeliche in Argentina offrono aiuto per frenare la pandemia

Una dichiarazione della Federazione delle chiese evangeliche in Argentina mette a disposizione delle autorità sanitarie tutte le risorse utili

Dettaglio tratto da una foto di Branimir Balogović - Unsplash

Roma (NEV), 7 aprile 2020 – “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro”, inizia così la dichiarazione della Federazione delle chiese evangeliche in Argentina (FAIE). “Come chiese evangeliche vogliamo rispondere a questo appello ad amare il prossimo mettendo a disposizione delle autorità sanitarie tutte le risorse utili in questa situazione, ed esortare il nostro popolo a vivere secondo questo insegnamento, credenti o meno”, ha detto la FAIE.

Anche le chiese evangeliche argentine dunque si confrontano con l’emergenza globale del coronavirus e rispondono a partire da un versetto “fondamentale per la condotta cristiana”. 

Questa regola, prosegue la FAIE,  “deve essere applicata in ogni momento, ma soprattutto in situazioni critiche come quelle che stiamo vivendo a causa della pandemia mondiale del Covid-19. È indicativo sia di ciò che dovremmo fare che di ciò che dovremmo evitare o non fare. Si oppone certamente all’individualismo ideologicamente imposto da alcuni sistemi filosofici ed economici attuali”.

In Argentina oggi sono 54 i morti per l’epidemia da Covid-19 e 1.628 i contagiati. Il governo argentino ha imposto la quarantena a partire dallo scorso 20 marzo; inizialmente decretata fino al 31 marzo è stata poi prolungata fino al 13 aprile.

La FAIE mette in guardia contro chi “specula sul prezzo del cibo, discrimina i poveri e gli stranieri, approfondisce le divisioni, o mette il profitto (essendo già molto ricco) al di sopra dei diritti e delle aspettative dei propri lavoratori. È doloroso vedere che questo accade soprattutto ad alcuni che hanno responsabilità come leader politici o potenti uomini d’affari. (…) Quando coloro che detengono l’autorità lo fanno in modo equo e giusto, e mettono al primo posto la vita dei loro simili, meritano il pieno rispetto e il sostegno del loro popolo”, dicono.

Per cercare di frenare la crisi economica dovuta alla quarantena il governo di Alberto Fernandez ha puntato sulla spesa sociale. Un rapporto del Centro argentino di economia politica (CEPA) riporta che le voci di spesa pubblica legate alle politiche alimentari e al sostegno nelle zone territoriali più fragili hanno avuto un incremento intorno al 130%. Contemporaneamente è in preparazione un disegno di legge per aumentare la pressione fiscale sui grandi patrimoni per migliorare le entrate pubbliche e far fronte alle sfide della pandemia di coronavirus. 

In questi giorni il governo sta anche preparando le linee guida per la nuova fase della quarantena e sta valutando le proposte che arrivano dalle parti sociali per far ripartire il paese. Uno dei criteri che si stanno prendendo in considerazione è quello territoriale: si pensa di modificare la quarantena nei luoghi in cui il virus non circola, cioè fuori dalla città di Buenos Aires, dalla Grande Buenos Aires, Santa Fe, Cordoba, Chaco e Ushuaia. C’è anche l’idea di scaglionare il lavoro, in modo che non ci sia un’ora di punta nei trasporti e si sta valutando la possibilità di alternare le uscite, in base al numero del documento, come si è fatto in passato con le targhe automobilistiche. Nessuna delle misure di alleggerimento della quarantena però coinvolgerà chi ha di 60 o 65 anni, e le scuole.