Roma (NEV), 10 aprile 2020 – Un mese fa, il 12 marzo, pochi giorni dopo l’inizio della pandemia da Covid-19 o quanto meno delle restrizioni imposte per limitare i contagi, l’avvocata Ilaria Valenzi, responsabile legale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, ci ricordava che “La Costituzione è il nostro più grande anticorpo”. Oggi, dopo alcune settimane, purtroppo la diffusione del coronavirus non solo continua a mietere vittime, oltre 18mila in Italia, e malati, ma impone nuove forme di restrizione delle libertà individuali.
Sul fronte dell’informazione, c’è stata, tra l’altro, la sospensione del FOIA (Freedom of Information Act), la norma che regola il diritto di accesso ai dati detenuti dalle pubbliche amministrazioni. E sempre a proposito di enti della P.a., il “caso” del sito dell’Inps, che ha sostanzialmente pubblicato dati sensibili di alcuni utenti, nel giorno di presentazione delle domande per i bonus di 600 euro, ha tenuto banco per giorni. Ancora oggi, alcuni portali di informazione, segnalano che il sito web, nella parte dedicata a questo servizio, sarebbe “impallato”.
“I diritti fondamentali – dichiara Valenzi – come quello all’informazione, in primo luogo, e quello alla privacy, rimangono centrali nella loro tutela e resta centrale che la loro eventuale restrizione sia motivata. Il diritto alla salute prevale su tutto: ma “fino a dove metti la linea”? E in che modo? Occorre spiegarne e motivarne le ragioni, nel dettaglio: se si nega l’accesso a un servizio o a un’informazione, serve che la motivazione sul diritto ristretto sia reale. Siamo sì un paese ristretto nei diritti ma i diritti sono mobili.
In secondo luogo, è necessario che non ci sia una conservazione dei dati, cioè che non vengano create nuove banche dati: i dati vanno cancellati subito dopo l’utilizzo, bisogna dichiarare un termine per la raccolta degli stessi.
Probabilmente questo monitoraggio verrà fatto con una “app di Stato”, una applicazione per gli smartphones il cui contenuto sarà auspicabilmente vagliato dal Garante, che ha chiesto un decreto legge temporaneo, quindi chi progetterà dovrà prima passare il vaglio dell’Autorità. Un’ipotesi che mi pare sia al vaglio dei decisori è quella di far scaricare volontariamente la app: ma come facciamo a garantire la sicurezza? Probabilmente si arriverà a una scelta più stringente. Infine, un altro elemento da chiarire è se rendere il dato anonimo oppure no: anche questo è da valutare, potrebbe essere una soluzione, in modo che lo Stato possa avere a disposizione il dato ma non la possibilità di diffonderlo presso terzi”.


La rete è diventata anche una trappola, purtroppo, per alcuni aspetti: la produzione di un dato, spesso nemmeno consapevolmente per l’utente, serve ad alimentare il business. Il cittadino produce per terzi, multinazionali etc, un bene a zero euro. Non solo, perchè non abbiamo in questo caso la materializzazione del diritto, perchè il dato non si percepisce come una cosa concreta, e troppo spesso non ne vediamo gli spazi di libertà.
Il bene principale di cui il capitalismo della sorveglianza “si nutre” sono proprio i nostri dati. Perciò proteggete i vostri dati, è l’unico modo per contrastare alcune devianze: la tecnologia non è buona o cattiva in sé, è il suo utilizzo che ne determina il carattere”.
Intanto, tra pochi giorni scadrà il secondo termine, il 13 aprile, posto dal Presidente del Consiglio per le restrizioni contro la diffusione del virus, che pare però continueranno fino al 3 maggio.
“Nella Costituzione esiste già il diritto all’uguaglianza, ricordiamolo – conclude Valenzi -. Questo significa che servono percorsi per garantirlo. Credo poi che si dovrà continuare sulla strada del bilanciamento dei diritti, dal 14 aprile o dal 4 maggio che sia, e anche oltre. Intendo dire che auspichiamo tutti che le fabbriche riaprano, ad esempio, perchè le persone hanno bisogno di reddito, di lavoro, di sopravvivere. Ma occorre che la riapertura delle attività sia fatta se e solo se in sicurezza. L’economia aspetterà: la salute prevalga, non solo per i singoli cittadini, su tutto”.
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