Servizio civile. Migliaia di volontari hanno ripreso le attività

Coinvolta anche la Diaconia valdese. Dal Piemonte alla Sicilia, alcuni stanno lavorando da remoto e altri sul campo. Un esempio di sinergia del Terzo settore, a servizio dei territori e della collettività, nonostante il coronavirus

Immagine di archivio

Roma (NEV), 20 aprile 2020 – Il Dipartimento del Servizio civile universale (SCU) ha indicato i termini per la ripresa delle attività di 23.000 operatori volontari. Di questi, ben 9.500 sono in servizio presso le organizzazioni socie della Conferenza nazionale enti servizio civile (CNESC), di cui fa parte anche la Diaconia valdese (CSD).

“Quest’anno sono 30 i volontari e le volontarie impegnati – ha reso noto Stefano Bertuzzi, dell’Ufficio volontariato e servizio civile della CSD, nonché Consigliere della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) -. I progetti erano stati sospesi più o meno a inizio marzo e entro il 16 aprile tutti sono tornati in servizio: 15 in attività ‘ordinaria’ e 15 con attività rimodulate (anche per contrasto degli effetti dell’emergenza Covid-19)”.

Il logo della Diaconia valdese

Alcuni dei volontari lavoreranno esclusivamente da remoto e alcuni sul campo. Su una parte dei progetti, spiega ancora Bertuzzi, è prevista una modalità mista per portare a termine gli obiettivi in sicurezza. Le strutture coinvolte sono sia della Diaconia Valdese sia partner come l’Asilo Valdese di Luserna San Giovanni, in provincia di Torino, o il Centro diaconale “La Noce” di Palermo.

“È un risultato concreto delle disponibilità congiunte fra organizzazioni e operatori volontari, in un momento delicato e su territori che vivono in modo diverso l’impatto del COVID 19 – si legge nel comunicato della CNESC diramato lo scorso 17 aprile -. La ripresa delle attività, in gran parte da remoto, ma anche, in specifiche situazioni, sul campo, è un segno di vitalità di organizzazioni del privato sociale, che spesso sono state duramente provate dalla pandemia e degli effetti delle disposizioni di contenimento della sua diffusione”.

In alcune aree di intervento non è stata possibile la riattivazione, ma sono state rimodulate le attività: “la resilienza e l’impegno per le comunità locali e le persone sono state il punto di riferimento – continua la CNESC, e conclude – in alcune situazioni sono stati avviati gemellaggi con enti pubblici o soggetti senza scopo di lucro per venire incontro alle esigenze del territorio o degli operatori volontari”.

Il Servizio civile universale realizza i suoi obiettivi civici grazie ai volontari e in collaborazione fra Dipartimento, Regioni, Pubbliche amministrazioni, Enti accreditati del Terzo settore e enti locali, rappresentanze degli Operatori volontari.


La CNESC – Conferenza nazionale enti servizio civile raggruppa alcuni dei principali Enti accreditati con il Dipartimento della gioventù e del Servizio civile. Le sue sedi sono presenti in 3.557 Comuni, 108 province e 101 Stati esteri. Rappresenta 7.171 organizzazioni senza scopo di lucro e 247 Enti pubblici, con 17.859 sedi di attuazione.

Alla CNESC aderiscono: Acli, Aism, Anpas, Anspi, Arci Servizio Civile, Associaz. Comunità Papa Giovanni XXIII, Avis nazionale, Caritas Italiana, Cesc Project, Cnca, Commissione sinodale per la diaconia (CSD – Diaconia valdese), Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, Cong. P.S.D.P. Ist. don Calabria, Federazione SCS/CNOS Salesiani per il sociale, Federsolidarietà/CCI, Focsiv, Inac, Legacoop, MCL – Movimento Cristiano Lavoratori, Shalom, Telefono Azzurro, Uildm, Unitalsi, Unicef, Unpli, Vides Italia. Osservatori: Cesc, Movimento Nonviolento