Brasile. “In casa o per strada, vogliamo respirare”

Teresa Isemburg, componente della Commissione Globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che segue le vicende brasiliane, ci ha segnalato un’iniziativa contro il razzismo lanciata dalla comunità domenicana in Brasile 

Foto di Ehimetalor Akhere Unuabona - Unsplash

Roma (NEV), 15 giugno 2020 -“‘Sono in casa, calma!’ è stato l’ultimo messaggio alla madre  dell’adolescente nero di 14 anni João Pedro pochi minuti prima di essere assassinato il 18 maggio 2020 a São Gonçalo, Rio de Janeiro. Una settimana dopo ‘Non posso respirare’ sussurrava George Floyd, l’afroamericano di 46 anni a Minneapolis, Usa con il collo soffocato dal ginocchio di un poliziotto bianco il 25 maggio. Entrambi sono stati assassinati in uno scenario di brutale violenza poliziesca”. 

La comunità Domenicana in Brasile sta organizando una campagna internazionale per inviare messaggi personali ai famigliari di queste due persone uccise dalla polizia.

“Stiamo vivendo momenti molto difficili – dicono i domenicani nel comunicato stampa che lancia la Campagna – Crisi sanitaria, politica, economica, ecologica e tante altre. Nonostante le nostre diverse esperienze di vita, e anche di fede, in molte situazioni la paura prevale, l’incertezza e l’insicurezza ci dominano. È un imperativo etico riconoscere il dolore dei nostri simili, e mobilitarci, motivati, al di là dell’indignazione, per la solidarietà e la compassione”. 

Questo è il contesto in cui la Commissione Domenicana di Giustizia e Pace del Brasile sta lanciando  la Campagna “In casa o per  strada, vogliamo respirare” che consiste nello scrivere UN SOLO messaggio indicando nome, professione, città, stato, paese (in portoghese, inglese, francese, spagnolo) (o al caso italiano) di non più di cinque o sei righe destinate alle famiglie di  João Pedro e George Floyd, assassinati dalla polizia, vittime di razzismo e di tanti altri tipi di violenza e discriminazione. I messaggi vanno inviati entro mezzanotte di martedì 16 giugno per e-mail a querorespirar@dominicanos.org.br. I messaggi ricevuti, a seconda dell’originale, saranno tradotti in portoghese e inglese, tutti saranno inviati ai famigliari e alle comunità di João Pedro e George Floyd e verranno pubblicati nelle reti sociali della Commissione.

“In questo momento di mobilitazione negli Stati Uniti – ha detto Teresa Isemburg componente della Commissione Globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI),- è della massima importanza che i mass media internazionali prestino attenzione alle lotte dell’antirazzismo negro in Brasile. La tratta che ha insanguinato l’Atlantico per secoli ha impiantato in Brasile il modo di produzione schiavista, e negli Usa la schiavitù; il razzismo antinegro, in entrambi in paesi, è diventato un fattore di coesione e identificazione dei gruppi dominanti e di ingiustizia sociale permanente. Il coordinamento della mobilitazione contro il razzismo antinegro in questi due grandi paesi  è qualche cosa di necessario e irrimandabile. Così come è irrimandabile una riflessione attiva del mondo europeo che ha costruito a partire dalla seconda metà del XV secolo la base ideologico-culturale per la  schiavizzazione degli africani e ha poi organizzato e praticato con grande vantaggio la tratta”.