USA. La Corte suprema realizza il sogno dei dreamers

La Corte suprema dichiara illegittimo lo stop al "DACA", programma che tutela i migranti che hanno raggiunto gli Stati Uniti da bambini in modo irregolare. Attivato da Barack Obama nel 2012, il DACA era stato revocato nel 2017 dall’attuale presidente USA Donald Trump

Roma (NEV), 18 giugno 2020 – La Corte suprema dichiara illegittimo lo stop al Deferred action for childhood arrivals (DACA), programma che tutela i cosiddetti “dreamers”, sognatori, ovvero i migranti che hanno raggiunto gli Stati Uniti da bambini, in modo irregolare.  Per oltre mezzo milione di giovani immigrati privi di documenti, sembra che il sogno diventi realtà. Il DACA è stato attivato da Barack Obama con un decreto del 2012 e poi revocato nel 2017 dall’attuale presidente USA Donald Trump. Due anni fa la Corte d’Appello si era espressa stabilendo l’arbitrarietà della sospensione del programma e oggi è arrivata la decisione della Corte suprema americana.

Molte le reazioni internazionali su questa decisione, i cui sviluppi sono stati seguiti fin dall’inizio anche dalle chiese. Fra queste, la Chiesa unita di Cristo (UCC) che ha twittato: “Sappiamo che è stato il lavoro ostinato e potente della gioventù immigrata a portarci a questo risultato. Rivolgiamo la nostra attenzione al Congresso, affinchè siano messe in atto misure di protezione permanente per i destinatari del DACA, con una legislazione che fornirà un percorso verso la cittadinanza” e ancora “crediamo nell’accoglienza di tutti gli immigrati e che per i destinatari del DACA e le loro famiglie la casa è giustamente qui. #DACADecision #HomeIsHere “.

Anche Jim Wallis, fondatore e presidente della rivista Sojourners, ha commentato la notizia su twitter con queste parole: “Ho solo una risposta a questa buona notizia evangelica sulla protezione degli immigrati DACA: Lodate il Signore e grazie a Dio! E un’altra cosa: tanta gratitudine per tutti i sognatori e tutti gli attivisti dell’immigrazione”.


I beneficiari del DACA hanno conseguito patenti di guida, hanno avuto accesso a opportunità educative, all’assistenza sanitaria, a posti di lavoro più sicuri. Fin dall’inizio del DACA, nel 2012, l’UCC e altre organizzazioni religiose hanno supportato il programma come “giusta risposta alla crisi morale posta dalla possibilità di deportare membri della nostra società, senza memoria di altre radici, in un luogo a volte pericoloso e spesso sconosciuto”. 120 organizzazioni religiose avevano presentato una dichiarazione formale a sostegno dei dreamers lo scorso anno.