Ricordare il “Sacro macello” della Valtellina, 400 anni dopo

In una conferenza tenutasi a giugno scorso, il pastore Emanuele Fiume ricostruisce il massacro religioso di centinaia di protestanti accaduto nel luglio del 1620

Roma (NEV), 9 luglio 2020 – Domenica 19 luglio cade il 400° anniversario del “Sacro macello” di Valtellina, “nella Storia d’Italia l’unica ribellione all’autorità politica attuatasi mediante lo sterminio di una minoranza religiosa. 700 protestanti furono massacrati in un bagno di sangue”. Ne parla in questi termini il pastore e storico valdese Emanuele Fiume, che ha dichiarato all’agenzia NEV: “Per noi questa memoria è un dovere, e per altri è la possibilità di venire a conoscenza di un episodio terribile della nostra Storia”.

Il pastore Fiume scrive: “Una strage perpetrata da ribelli cattolici filospagnoli che massacrarono circa 700 riformati e aprirono il corridoio alpino tra il ducato di Milano e il territorio austriaco, permettendo agli spagnoli la possibilità di spostare truppe nel teatro di guerra dell’Europa centrale. Le vivaci chiese valtellinesi, che contavano circa il 10% della popolazione della valle e almeno un terzo degli abitanti di Sondrio e di Chiavenna, furono completamente eradicate e il successivo Capitolato di Milano (1639) restituì il territorio valtellinese ai Grigioni con la proibizione del culto riformato pubblico e privato. In Valtellina la Riforma era venuta da sud, portata dai profughi italiani che cercavano una terra ospitale. Tra questi, Francesco Negri, Ludovico Castelveltro, Agostino Mainardo, Girolamo Zanchi, Scipione Lentolo, la famiglia Pestalozzi (che dopo il macello riuscì a riparare a Zurigo, dove poco più di un secolo dopo nascerà il famoso pedagogista).
Si tratta di un episodio rimasto in qualche modo ancora orecchiato dalla cultura italiana grazie all’opera di Cesare Cantù e, comunque, l’unica ribellione all’autorità costituita che portò a un massacro religioso nell’Italia moderna”.

Noto anche come “Sacro macello”, questo massacro avvenne tra il 19 luglio e il 23 luglio 1620 per mano di un commando che passò a fil di spada o arse vive centinaia di riformati inermi, comprese donne e bambini.

In una videoconferenza promossa dal Centro culturale protestante di Bergamo lo scorso giugno, il pastore Emanuele Fiume ricostruisce questa sanguinosa pagina di storia.

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Pubblicato da Centro Culturale Protestante di Bergamo su Venerdì 12 giugno 2020