Corridoi universitari, arrivati oggi in Italia i 20 rifugiati vincitori di borse di studio

La Diaconia valdese è uno degli enti che partecipano al progetto. Gli studenti provengono da Eritrea, Sudan, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, e sono stati selezionati sulla base del merito accademico e della motivazione.

La biblioteca dell'Università di Bologna (dalla pagina fb dell'ateneo)

Roma (NEV), 11 settembre 2020 – Sono arrivati questa mattina all’aeroporto di Roma Fiumicino i venti rifugiati destinatari di borse di studio che proseguiranno il loro percorso accademico in dieci atenei italiani grazie al progetto University Corridors for Refugees.

Gli studenti provengono da Eritrea, Sudan, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, e sono stati selezionati sulla base del merito accademico e della motivazione, attraverso un bando pubblico, da una commissione di selezione individuata da ciascuna università. Una volta completato il periodo di quarantena reso obbligatorio dall’emergenza Covid-19, inizieranno il loro percorso universitario presso le Università di Cagliari, Firenze, L’Aquila, Milano (Statale), Padova, Perugia, Pisa, Roma (Luiss), Sassari, e Venezia (IUAV).

Il progetto dei corridoi universitari vede la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, di Caritas Italiana e della Diaconia Valdese. E’ reso inoltre possibile grazie al sostegno dell’Università di Bologna, promotrice della prima edizione del progetto nel 2019, e di una rete di partner in Etiopia (Gandhi Charity) e in Italia, che assicureranno il supporto necessario agli studenti per tutta la durata del programma di laurea magistrale.

“Questa nuova modalità di accesso – afferma Gianluca Barbanotti, Segretario Esecutivo della Diaconia Valdese – che si affianca all’importante esperienza dei Corridoi Umanitari privilegiando richiedenti asilo con curriculum universitario, richiama la centralità della formazione come strumento per l’emancipazione, individuale e collettiva. La modalità partecipata, che ha coinvolto Università e territorio fin dalla fase di selezione dei beneficiari, rappresenta un modello virtuoso da riproporre anche in altre situazioni”.

“Siamo estremamente felici per questo straordinario risultato – ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino – . Con questa iniziativa l’Italia dimostra di voler essere all’avanguardia nell’individuare soluzioni innovative per la protezione dei rifugiati”. Solo il 3% dei rifugiati a livello globale ha accesso all’istruzione superiore, secondo il rapporto UNHCR intitolato Coming Together for Refugee Education, pubblicato la scorsa settimana.