Ferrario: “Ospitalità eucaristica: e se ci mettessimo il cuore in pace?”

Fulvio Ferrario, professore di Teologia sistematica e decano della Facoltà valdese di teologia di Roma, interviene sul tema dell’ospitalità eucaristica. Intanto la Congregazione romana per la Dottrina della Fede ha dato un secco “no” al documento del gruppo di lavoro ecumenico cattolico-protestante (ÖAK), che sostiene teologicamente giustificata la reciproca partecipazione all’eucaristia. Il documento era in discussione all’assemblea plenaria della Conferenza episcopale tedesca

Roma (NEV), 24 settembre 2020 – “L’opposizione all’ospitalità eucaristica non si basa su argomentazioni teologiche” scrive Fulvio Ferrario, professore di Teologia sistematica e decano della Facoltà valdese di teologia di Roma, sul numero di settembre del foglio “Ospitalità eucaristica” (OE).

Si parla del documento “Insieme alla tavola del Signore”, reso pubblico a settembre dello scorso anno e attualmente in discussione, non senza polemiche, presso l’assemblea plenaria autunnale della Conferenza episcopale tedesca. Proprio tre giorni fa è infatti arrivato un secco “no” da parte della Congregazione romana per la Dottrina della Fede. Il testo, di 57 pagine, è curato dal gruppo di lavoro ecumenico cattolico-protestante (ÖAK), che sostiene teologicamente giustificata la reciproca partecipazione all’eucaristia.

L’opposizione all’ospitalità eucaristica si baserebbe, aveva scritto profeticamente Ferrario, su “una prospettiva ecclesiologica esclusivista: solo l’appartenenza alla comunione cattolico-romana può permettere la comunione eucaristica. Il documento, correttamente, prende atto del fatto che tale esclusivismo (che, naturalmente, non viene qualificato in questi termini) è presente nello stesso Concilio Vaticano II, ma ritiene che ciò, dallo stesso punto di vista cattolico, letto in prospettiva ecumenica, non sia incompatibile con l’ospitalità eucaristica. Se ciò sia vero o no, è questione che può essere decisa solo dal dibattito cattolico. Dal punto di vista evangelico, non si può non rilevare che l’esclusivismo ecclesiologico costituisce sempre e comunque un vicolo cieco per ogni dialogo ecumenico”.

Fra chi rifiuta, per principio, la possibilità di stare insieme alla tavola del Signore e chi invece sostiene e riconosce gli sforzi di chi condivide o chiede di condividere la cena/eucaristia, si pone una terza via, ben illustrata nella domanda che Fulvio Ferrario pone sulla sua pagina facebook: “Ospitalità eucaristica: e se ci mettessimo, una buona volta, il cuore in pace?”. Il teologo dice la sua sul rifiuto della Congregazione romana al documento ÖAK. Con buona pace per la pluralità storica delle forme di celebrazione, per i diversi contesti sociali e culturali, per le prassi pastorali e per quanto avviene (o non avviene) in famiglie di confessione mista, ma anche per il Nuovo Testamento che, sostiene l’ ÖAK nel capitolo sui fondamenti biblico-teologici, “permette di riconoscere una varietà di forme di celebrazione del pasto rituale”, infatti “Vi è un solo pane e quindi formiamo un solo corpo, anche se siamo molti, perché tutti insieme mangiamo quell’unico pane (1Cor 10,17)”.

A Ferrario risponde, sempre sul social network, Andrea Grillo, recentemente intervenuto sull’argomento (vedi Munera, “Sogno, coscienza e istituzione. Quale ecumenismo per l’eucaristia?”. “Caro Fulvio, grazie – scrive Grillo –. Ma il ‘cuore in pace’, da cattolico, non posso averlo rinunciando alla comunione eucaristica con tutti coloro che sono battezzati in Cristo”.

Ferrario, da parte sua, aveva già scritto, riguardo al documento ÖAK che “la tesi sostenuta dal testo non è il frutto di fughe in avanti ecclesialmente irresponsabili, bensì è coerente con l’interpretazione prevalente che le chiese danno della propria tradizione. Alla luce delle argomentazioni qui presentate, la responsabilità che si assume chi rifiuta in linea di principio la possibilità dell’ospitalità eucaristica appare, se possibile, con chiarezza ancora maggiore”.

“Sempre dove cattolici, ortodossi, luterani, riformati, anglicani, battisti, metodisti sono riuniti nel suo nome, Cristo compie la sua promessa di essere in mezzo a loro. Essi sono, diventano, una cosa sola in Cristo, molto prima di essersi messi d’accordo sulle forme concrete della loro unità e di essere giunti a intese concrete sulla loro convivenza. Tratto da “Insieme alla tavola del Signore”, capitolo su “Testimonianza comune”


Il foglio intitolato “Ospitalità eucaristica” raccoglie approfondimenti e testimonianze sul tema dell’ospitalità eucaristica e dell’accoglienza reciproca di “Santa Cena protestante” e “Eucarestia cattolica”. È curato da alcuni membri del gruppo ecumenico “Spezzare il pane”, di cui fanno parte singoli credenti protestanti e cattolici. Il gruppo, nato in ambito ecumenico nel 2011 a Torino, coinvolge anche chiese, monasteri e parrocchie. Per ricevere il numero di settembre oppure per ulteriori comunicazioni e informazioni è possibile scrivere al Gruppo di Torino – Margherita Ricciuti, Chiesa valdese. Mail: margherita.ricciuti@gmail.com o al Gruppo di Avellino/Salerno, Pietro Urciuoli, Chiesa cattolica. Mail: pietro.urciuoli@gmail.com.