Nagorno-Karabakh, chiese mondiali “gravemente preoccupate”

Dopo l'escalation del conflitto nella regione contesa tra Armenia e Azerbaigian

Roma (NEV), 30 settembre 2020 – “Grave preoccupazione per la nuova, drammatica, escalation del conflitto nella contesa regione del Nagorno-Karabakh da domenica 27 settembre – secondo quanto riferito a seguito di un attacco delle forze militari dell’Azerbaigian – che avrebbe già provocato dozzine di vittime, compresi molti civili, e che rischia di provocare un conflitto armato più ampio nella regione”. Così si è espresso ieri, 29 settembre, il segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), Ioan Sauca.

“Deploriamo la tragica perdita di vite umane, esprimo le mie più sincere condoglianze alle famiglie in lutto e prego per la guarigione dei feriti”, ha detto Sauca. “Per fermare questo spargimento di sangue, il CEC invita “tutti i combattenti a desistere immediatamente da ulteriori azioni militari e a tornare al tavolo del dialogo e dei negoziati”.

“Mi appello quindi alle nostre chiese membri dei paesi del Gruppo di Minsk (guida gli sforzi dell’OSCE, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, per trovare una soluzione pacifica al conflitto del Nagorno-Karabakh, copresieduto da Francia, Federazione Russa e Stati Uniti, ndr) a impegnarsi con i loro governi per incoraggiare sforzi diplomatici urgenti e sostenuti per ristabilire la pace nella regione”.

La presa di posizione segue la richiesta del cessate-il-fuoco già giunta dal Consiglio ecumenico delle chiese lo scorso luglio, dopo l’ultimo riacursi del conflitto. 

Sua Santità Karekin II, Patriarca supremo e Catholicos di tutti gli armeni, ha affermato che il conflitto richiama tutti “a difendere i diritti della nostra nazione, la nostra terra sacra, il nostro futuro e la nostra dignità nazionale”. In un suo messaggio, H.H. Aram I, Patriarca e Catholicos di Cilicia della Chiesa armena ortodossa ha detto: “Il mondo dovrebbe sapere che l’Artsakh (Nagorno-Karabagh) è una terra plasmata con il sangue, le preghiere e le anime degli armeni. Secondo le convenzioni e le leggi internazionali il suo popolo ha diritto all’autodeterminazione”.

Qui la dichiarazione integrale del CEC.