Chiese europee: una preghiera per la pace tra Armenia e Azerbaigian

La comunità internazionale intervenga per evitare escalation dei conflitti e per garantire aiuti umanitari. Sørensen (KEK): coinvolgere i leader religiosi nei processi di riconciliazione

Foto flickr - David Stanley, anno 2012. Truppe dell'Esercito di difesa del Nagorno Karabakh davanti all'edificio dell'Assemblea nazionale a Stepanakert

Roma (NEV), 7 ottobre 2020 – Anche la Conferenza delle chiese europee (KEK), organizzazione ecumenica che rappresenta 114 chiese, è intervenuta sulla questione Nagorno-Karabakh, chiedendo al “Gruppo Minsk ” dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e al Servizio europeo per l’azione esterna responsabile per gli affari esteri dell’Unione Europea (EEAS) di aumentare gli sforzi per una soluzione pacifica duratura nella regione.

Nelle lettere ai copresidenti del Gruppo Minsk dell’OSCE e all’Alto Rappresentante EEAS, il segretario generale della KEK Jørgen Skov Sørensen ha espresso grave preoccupazione per l’attuale escalation del conflitto tra Armenia e Azerbaigian.

“Esortiamo l’EEAS a offrire tutte le sue capacità diplomatiche e di mediazione per una soluzione pacifica in linea con i principi del diritto internazionale e le sue norme, per garantire una pace duratura e al fine di prevenire una ricaduta del conflitto nella regione del Caucaso”, ha affermato.

Il segretario generale della KEK ha anche sottolineato la necessità di una collaborazione efficace, suggerendo “l’inclusione di leader religiosi nel processo di negoziazione da entrambe le parti per aiutare il processo di riconciliazione”. Ha inoltre incoraggiato le organizzazioni internazionali a garantire l’accesso agli aiuti umanitari.

La KEK ha anche condiviso una preghiera per la pace tra Armenia e Azerbaigian.


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