La Giornata nazionale delle riviste di cultura: ripartire dal patrimonio comune

Oggi si è tenuta la giornata nazionale delle pubblicazioni di cultura. Il presidente Cric Valdo Spini: “Le riviste culturali possono avere un ruolo per la ripartenza, dando il loro contributo al necessario dibattito”

Roma (NEV), 15 dicembre 2020 – Si è svolto oggi l’evento dal titolo: “Le riviste italiane di cultura. Le innovazioni e le sfide”, organizzato dal Cric, il Coordinamento delle riviste italiane di cultura, associazione che dal 2003 riunisce un centinaio di pubblicazioni, in collaborazione con la Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore del Mibact, con il Cepell, Centro per il libro e la lettura dello stesso ministero, e con la Biblioteca nazionale centrale di Roma.

“Le difficoltà del tempo che viviamo impongono approcci innovativi capaci di traguardare il futuro. Per queste ragioni, investire sulla conoscenza, sulla formazione, sull’innovazione e sulle nuove tecnologie, è anche un modo per fronteggiare le paure, i timori e le sfide del presente e guardare al futuro con più ottimismo”. È parte del messaggio che il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini ha inviato in occasione della giornata nazionale delle riviste culturali che si è svolta oggi con un evento online. “Il ruolo dello Stato – ha scritto ancora il ministro – è quello di sostenere quanto più possibile lo straordinario tessuto creativo legato alla pubblicazione di riviste, espressione della cultura italiana, in cui impresa, ricerca e lavori di qualità costituiscono un tutt’uno inscindibile, coltivando le differenze capaci di creare esperienze e momenti di avvicinamento con il pubblico. E su questo mi troverete sempre al vostro fianco”.

L’evento è stato realizzato con il sostegno della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Mibact e dei fondi Otto per mille della Chiesa valdese.

“Il Next Generation EU sarà l’occasione per far ripartire il Paese e questo deve valere anche per il mondo editoriale che, grazie al pluralismo che promuove, incide sulla qualità stesa della nostra democrazia – ha affermato Andrea Martella, sottosegretario all’Editoria e all’Informazione – . Con la pandemia si è apprezzato così come il sistema sanitario pubblico, che garantisce prestazioni a tutti, anche il prezioso ruolo della cultura. Per questo la leva pubblica deve funzionare. Un percorso che sia il Mibact sia il dipartimento Editoria e informazione hanno avviato già prima dell’emergenza. Come ad esempio con le misure per il sostegno per la lettura critica nelle scuole, bando ora predisposto che sarà un’opportunità anche per le riviste culturali”.

Nel corso della giornata sono stati presentati i dati da un’indagine realizzata tra i suoi iscritti dal Cric. Da questa è emerso, fra l’altro, che il 17% delle riviste culturali ha visto un aumento di lettori durante i mesi della pandemia. Commenta così Valdo Spini, presidente del Cric: “L’Italia si è trovata ad affrontare la pandemia in condizioni economiche e sociali più difficili di altri Paesi. Le riviste culturali possono avere un ruolo per la ripartenza, dando il loro contributo al necessario dibattito: una sfida che dobbiamo saper affrontare. I segnali di interesse ci sono, come dimostrano i dati della nostra indagine. Come ho detto altre volte, o l’Italia diventa una sorta di Disneyland del passato, oppure si parte dal nostro patrimonio culturale per intrecciare relazioni, anche internazionali, fra la società e il mondo di accademici e operatori culturali. E in questo il ruolo delle riviste è fondamentale. È uno sforzo che dobbiamo fare, anche e soprattutto con il coinvolgimento dei giovani”.

Dal sondaggio del Coordinamento emerge anche come quasi otto riviste culturali su dieci abbiano organizzato (e continueranno a farlo) eventi online, forma sconosciuta al 70% delle riviste prima dell’emergenza sanitaria. “Dall’indagine del Cric emerge che quello delle riviste è un mondo che è riuscito a rinnovarsi, a compiere un salto importante nell’uso della tecnologia, recuperando un ritardo di anni. Non torneremo più indietro: è un salto di qualità irreversibile”, ha sottolineato Paola Passarelli, direttore generale Biblioteche e istituti culturali al Mibact. “Le piattaforme digitali sono una pietra angolare, consentendo di interagire con gli autori e trasformando una rivista in un prodotto multimediale con sinergie e connessioni con fondazioni, istituti culturali, biblioteche. Una piazza del sapere interconnessa proprio grazie al digitale”.

Sul tema del digitale si è soffermato anche Angelo Piero Cappello, direttore del Cepell: “Sono ormai improcrastinabili, se vogliamo salvare la promozione della lettura e le sue pratiche di consumo sul web, interventi di rottura, coraggiosi e radicali che aprano alle nuove generazioni, consapevoli che proprio le nuove generazioni di lettori operano senza steccati e senza preclusioni accogliendo alla stessa maniera il libro tradizionale, la rivista cartacea e la lettura in ambiente digitale”.
Fra gli altri interventi: Andrea De Pasquale, direttore della Biblioteca nazionale centrale di Roma; Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese; Paolo Ambrosini, presidente della Associazione librai italiani; Vittorio Bo, commissario dell’istituzione Sistema delle biblioteche centri culturali di Roma; Paolo Grossi, dirigente dell’area Promozione culturale al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale; Ricardo Franco Levi, presidente Aie, Associazione italiana editori; Giorgio Zanchini, giornalista Rai.

All’incontro odierno, moderato da Claudio Paravati, segretario del Cric, si sono susseguite poi le testimonianze di Giacomo Bottos (Pandora), Antonello Ciervo (Parolechiave), Guido Melis (Le Carte e la Storia), Simona Maggiorelli (Left), Gloria Manghetti (Antologia Vieusseux), Claudio Marazzini (presidente Accademia Crusca), Maria Panetta (Diacritica), Severino Saccardi (Testimonianze), Pietro Antonio Valentino (Economia della cultura), Massimo Vallerani (L’Indice), Cristiana Facchini (Quest).