Usa, “Democrazia sotto assedio”

Dopo il Consiglio ecumenico delle Chiese, la durissima condanna del Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti, che punta direttamente e nettamente il dito contro Donald Trump "per il ruolo che ha svolto nel provocare questa situazione"

Roma (NEV), 7 gennaio 2021 – “Siamo profondamente preoccupati per gli sforzi del presidente Trump per rimanere al potere, che hanno portato alla violenza di oggi. Denunciamo con fervore il presidente Trump per il ruolo che ha svolto nel provocare questa situazione incoraggiando e partecipando al raduno “Stop the Steal” (letteralmente “ferma il furto”, ndr), continuando a mentire sui risultati delle elezioni e rifiutando di concedere e accettare il risultato delle elezioni”. La durissima denuncia arriva dal Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti (NCC), che in un comunicato stampa “condanna e ripudia le azioni dei manifestanti pro-Trump”. Secondo il Consiglio, le persone che hanno assaltato le sedi del Congresso Usa “invece di esercitare il loro diritto alla libertà di parola e di espressione sanciti dal Primo Emendamento, hanno messo in pericolo la vita delle persone, si sono fatti beffe del processo democratico americano e dello stato di diritto, hanno vandalizzato il Campidoglio degli Stati Uniti, hanno aggredito le forze dell’ordine e minacciato la sicurezza dei membri del Congresso, dello staff e di tutti coloro che lavorano al Campidoglio”.

“La nostra democrazia è sotto assedio”, continua la nota, firmata da Jim Winkler, Presidente e Segretario generale dell’NCC. “Questo è oltraggioso, inaccettabile, vergognoso. […] Tutti coloro che sono stati coinvolti nelle rivolte di oggi, coloro che hanno partecipato così come coloro che hanno incitato a questa violenza, devono essere ritenuti responsabili.

Secondo il Consiglio nazionale delle Chiese Usa, la teoria di Trump e dei suoi sostenitori secondo i quali l’elezione sarebbe stata una “truffa”, sarebbe palesemente falsa e rappresenterebbe un nuovo attacco razzista. “Tutti i voti contano. Siamo particolarmente turbati e consapevoli del fatto che i voti contestati sono quelli che sono stati legalmente espressi dai neri in Arizona, Michigan, Pennsylvania e Georgia. Queste azioni hanno dimostrato ancora una volta che le vestigia del razzismo e del suprematismo bianco stanno ancora influenzando e infettando la nostra democrazia. Dobbiamo aumentare i nostri sforzi per porre fine a questo flagello della nostra società, che non solo colpisce le persone di colore, ma è dannoso per la democrazia stessa”.

Fino al 20 gennaio, quando si insedierà ufficialmente il nuovo presidente Joe Biden, le chiese statunitensi chiedono che “La retorica e gli sforzi per ribaltare le nostre eque elezioni cessino immediatamente”. Non solo, perchè si auspica che vengano esplorate “tutte le opzioni per assicurarsi che al presidente Trump non sia consentito continuare a tentare di ribaltare i risultati delle elezioni né siano consentiti altri sforzi per interrompere l’inaugurazione dell’amministrazione Biden-Harris. La storia alla fine racconterà questa storia e giudicherà tutti coloro che sono coinvolti nel bruciare la nostra democrazia, ma tutti i responsabili devono essere ritenuti responsabili oggi”, conclude l’NCC.


Fondato nel 1950, il Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti (NCC) riunisce una comunità di 38 comunioni e oltre 40 milioni di persone di varie confessioni, incluse quelle protestanti, anglicane, ortodosse, evangeliche, afroamericane storiche.