Regolarizzazione 2020 a rischio fallimento: tempi lunghissimi e ostacoli burocratici

Il report della campagna Ero straniero, cui aderisce, tra le altre realtà, anche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Roma (NEV), 4 marzo  2021 – Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa della campagna Ero straniero, alla quale aderisce anche la FCEI, rispetto alle regolarizzazioni di lavoratori migranti, dopo il così detto “decreto rilancio”, varato l’anno scorso dal secondo governo Conte.

“Come promotori della Campagna Ero straniero abbiamo svolto una ricognizione rispetto allo stato di avanzamento dell’esame delle domande di regolarizzazione presentate da giugno ad agosto 2020, in seguito all’intervento del governo col decreto “rilancio” a maggio 2020. Abbiamo raccolto i dati dal ministero dell’interno e da prefetture e questure nei diversi territori – attraverso una serie di accessi agli atti – e informazioni dalle associazioni di tutela e patronati. Ne è emerso un quadro preoccupante in tutti i territori, con ritardi gravissimi e stime dei tempi di finalizzazione delle domande improbabili, di anni se non decenni.  Il report che pubblichiamo – disponibile insieme ai dati complessivi sul sito della campagna – ha l’obiettivo di mettere a fuoco le criticità riscontrate e chiedere al ministero dell’interno un intervento immediato per consentire a quante più persone di portare a termine la procedura avviata, vivere in sicurezza e lavorare legalmente nel nostro Paese. 

Ma le conseguenze di tali enormi ritardi sono molto pesanti non solo sulla vita di chi ha fatto richiesta di emersione ed è ancora in attesa di risposta, costretto nel frattempo a restare nell’incertezza e nella precarietà. 

La situazione appare grave anche nella prospettiva dell’emergenza sanitaria e della campagna vaccinale anti-COVID in corso nel nostro Paese: è fondamentale che il maggior numero di persone in possesso dei requisiti esca il prima possibile dall’invisibilità, in modo da poter garantire l’accesso alle cure, una più efficace programmazione vaccinale e una quanto più ampia copertura della popolazione.

C’è poi un altro aspetto da prendere in considerazione: un anno fa, con lo scoppio in Italia della pandemia, si è alzato il grido d’allarme delle associazioni di categoria sul rischio di uno stop al comparto agroalimentare senza l’arrivo di lavoratori stranieri stagionali impossibilitati a entrare nel nostro Paese. Da qui la richiesta al governo da parte del mondo produttivo, delle associazioni, dei sindacati e della società civile per un provvedimento straordinario di emersione che a fine maggio si è concretizzato. A un anno di distanza, sarebbe paradossale, di fronte a tale rischio, non portare a conclusione rapidamente, nelle prossime settimane, le decine di migliaia di pratiche in istruttoria. 

Infine, vogliamo ribadire che non è sufficiente un provvedimento straordinario per affrontare l’irregolarità, come abbiamo visto accadere con le sanatorie negli ultimi vent’anni, sottoponendo la pubblica amministrazione e il mondo del lavoro a continue maratone senza risolvere alla radice la questione. Serve un intervento a lungo termine che permetta di ampliare le maglie della regolarizzazione e favorire l’integrazione, e cioè uno strumento di emersione su base individuale e sempre accessibile, che dia la possibilità a chi è senza documenti di mettersi in regola a fronte della disponibilità di un contratto di lavoro o se si è radicati nel territorio, come accade, per esempio, in Germania o in Spagna. E serve, più a monte, introdurre canali di ingresso per lavoro che facilitino l’incontro dei datori di lavoro italiani con i lavoratori dei Paesi terzi, governando i flussi verso il nostro Paese, senza costringere chi migra a farlo attraverso rotte irregolari sempre più pericolose.

Soluzioni, queste, previste nella proposta di legge di iniziativa popolare della campagna Ero straniero dal titolo Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari, depositata in Parlamento il 27 ottobre 2017 con oltre 90.000 firme e ora all’esame della Commissione affari costituzionali della Camera. Una proposta legislativa che rappresenta un forte segnale di discontinuità rispetto alla normativa esistente, la quale ha dimostrato ormai di essere del tutto inefficace per gestire le politiche di ingresso e soggiorno nel nostro Paese. Una riforma di cui c’è sempre più bisogno, visto l’aumento dell’impoverimento e della precarietà a cui stiamo assistendo, ma che il Parlamento fatica a fare propria”.


Ero straniero è promossa da: Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, Oxfam Italia, ActionAid Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche in Italia, CILD, ACLI, Legambiente Onlus, ASCS – Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, AOI, con il sostegno di numerosi sindaci e decine di organizzazioni.