Myanmar, chiese Corea: “Stop alle violenze dei militari”

Le chiese in Corea esprimono solidarietà al popolo del Myanmar e chiedono la fine delle violazioni dei diritti umani e il ripristino della democrazia.

foto Zinko Hein, unsplash

Roma (NEV), 22 marzo 2021 – Le chiese coreane, con una preghiera, ogni giorno alle 12, chiedono la pace in Myanmar. Ne dà notizia il sito del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). 

Il Consiglio nazionale delle chiese in Corea del Sud ha lanciato una campagna di preghiera quaresimale che prevede una preghiera di un minuto a mezzogiorno ogni giorno, oltre ad aver promosso raccolte di fondi per aiutare le organizzazioni con cui collaborano in Myanmar.

“Insieme ai cittadini di tutto il mondo, siamo arrabbiati per le atrocità e le violente violazioni dei diritti umani da parte dei militari, che sopprimono le azioni di civili nonviolenti e disarmati con aggressioni indiscriminate, spari, incendi dolosi e arresti”, si legge in una dichiarazione del Consiglio nazionale di Chiese in Corea.

A nome del Consiglio vescovile della Chiesa metodista coreana, Chul Lee, presidente della Chiesa metodista coreana, ha espresso la sua più profonda preoccupazione per quanto sta accadendo in Myanmar e ha fatto appello ai membri della chiesa in una lettera per pregare per la pace. “Chiediamo anche al governo coreano di partecipare più attivamente negli sforzi per la pace, rimanendo saldamente insieme a tutte le voci a livello globale che sostengono istituzioni e processi democratici, nel pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali” dei popoli, ha dichiarato Lee.

Il 18 marzo scorso, i leader della Chiesa presbiteriana nella Repubblica di Corea si sono riuniti per una preghiera davanti all’ambasciata del Myanmar a Seoul, esprimendo solidarietà al popolo del Myanmar e invocando la pace.

Le chiese mondiali rappresentante dal CEC e la Conferenza Cristiana dell’Asia, prima, e in seconda battuta anche i luterani, si sono già ripetutamente espresse per la fine delle violenze nel Paese asiatico.

Intanto, secondo quanto riportato dall’agenzia Adnkronos, la violenza in Myanmar non accennerebbe a fermarsi. Media locali e testimoni hanno segnalato diversi morti e feriti nell’ultima giornata di proteste contro il regime militare, mentre continua la repressione delle forze dell’ordine (qui un video dell’Ansa che testimonia gli arresti). I militari hanno sparato e ucciso almeno una persona nel distretto operaio di Hlaing Tharyar nell’ex capitale Yangon nella tarda notte di venerdì scorso, 19 marzo, secondo quanto riferito da un giovane. Almeno altre tre persone sarebbero gravemente ferite.


Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) è l’organismo più ampio ed inclusivo tra le diverse organizzazioni del movimento ecumenico moderno. Fondato ad Amsterdam (Paesi Bassi) il 22 agosto del 1948, è formato oggi da 348 chiese membro in 110 paesi del mondo e rappresenta circa 500 milioni di cristiani. Il CEC, con sede a Ginevra (Svizzera) comprende la maggior parte delle chiese ortodosse, numerose chiese protestanti storiche (anglicane, battiste, luterane, metodiste, riformate) e diverse chiese indipendenti: una “comunione di chiese” riunite per promuovere il dialogo e la riconciliazione fra le diverse tradizioni cristiane. QUI la scheda di approfondimento sul CEC.