Svizzera. Si esprime la Commissione d’inchiesta su abusi e molestie

foto EKS-EERS, Michèle Graf-Kaiser

Roma (NEV), 9 agosto 2021 – La Commissione d’inchiesta incaricata dalla Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS) sul caso “Locher” si è espressa lo scorso 4 agosto a Berna in merito agli abusi e molestie verso una ex dipendente.  In seguito alle accuse, il pastore Gottfried Locher si era dimesso, a maggio del 2020, dall’incarico di presidente, per le “vicissitudini che avevano scosso i vertici del protestantesimo svizzero“, come riferisce il portale Voceevangelica.ch.

La Commissione, prosegue Voceevangelica, “ha ritenuto credibile la segnalazione di un’ex-impiegata che aveva sporto denuncia presso il Consiglio della CERiS all’inizio del 2020 per molestie sessuali e violazione dei limiti (Grenzverletzungen) nei suoi confronti da parte del pastore. I fatti risalgono al 2012, quando Locher era da poco stato eletto presidente dell’allora Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (FCES)”.

Nel rapporto, la Commissione d’inchiesta presieduta da Marie-Claude Ischer afferma che Locher “non ha agito rettamente nei confronti dell’ex dipendente”. Il portale protestante riferisce anche che “L’indagine sul caso è costata finora alla chiesa circa 400’000 franchi”.

Locher avrebbe rifiutato ogni invito al confronto. Un atteggiamento, dice Ischer, “non degno del presidente di un’istituzione ecclesiastica. In questa crisi l’istituzione ha perso parte della sua credibilità e oggi deve ritrovare la sua collocazione e la sua visibilità come interlocutore affidabile e serio”.

La Commissione ha invitato la CERiS a intervenire su diversi piani, con 17 raccomandazioni di natura istituzionale, giuridica, finanziaria, deontologica, etica, procedurale e di gestione delle crisi. La presidente CERiS, pastora Rita Famos, scusandosi con la querelante, ha definito gli eventi “deplorevoli”. Ischer ha chiesto per la querelante un risarcimento sociale, finanziario e personale.

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