Giornata per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in guerra e nei conflitti armati

In vista della ricorrenza ONU del 6 novembre, la Commissione globalizzazione e ambiente delle chiese evangeliche in Italia rilancia i temi dell’impatto bellico e militare sull’ambiente. “Vogliamo stabilire a livello locale un’interlocuzione con tutta la filiera della guerra. Dalle fabbriche di armamenti di ogni genere, ai porti e aeroporti, alle agenzie finanziarie, compresi i fondi pensionistici. Chiediamo loro impegni immediati”

Immagine tratta dalla copertina della pubblicazione "From Conflict to Peacebuilding. The Role of Natural Resources and the Environment", United Nations Environment Programme (UNEP)

Roma (NEV), 2 novembre 2021 – Il 6 novembre si celebra la Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in guerra e nei conflitti armati. La ricorrenza, giunta alla sua XX edizione, è stata stabilita dalle Nazioni Unite nel 2001.

La giornata è dedicata a un tema “tanto rilevante quanto trascurato: l’impatto delle guerre sull’ambiente”. A spiegare i motivi per i quali è importante riflettere e agire in questa direzione è la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

In un documento, sottoscritto anche da Pax Christi Italia e dal Movimento Laudato si’, la GLAM scrive: “L’ambiente ha una dignità propria. Per questo deve essere riconosciuto come portatore di diritti”. L’ambiente è, inoltre “la condizione vitale di ogni specie, compresa la nostra, e se vengono meno i requisiti di abitabilità avvengono morti e migrazioni”.

Secondo le organizzazioni religiose, è necessario attuare strategie di mantenimento e costruzione della pace, “in quanto non può esserci pace duratura se le risorse naturali che sostengono i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi vengono distrutte”.

Inoltre, in ambito cristiano, uno dei motti è: “La guerra è contraria alla volontà di Dio”. Queste parole si rifanno alla prima assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) nel 1948.

L’impegno delle chiese per la pace e per l’ambiente è di lunga data. Per questo la GLAM sta predisponendo una serie di approfondimenti e riflessioni sul tema.

“In maniera sempre più letale, l’ambiente è al tempo stesso obiettivo militare e vittima non conteggiata della guerra (pozzi d’acqua inquinati, raccolti bruciati, foreste abbattute, suolo avvelenato e animali uccisi)” denuncia la GLAM.

Il  Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP)  ha infatti rilevato che la guerra per le risorse è anche guerra alle risorse. Negli ultimi 60 anni, spiega ancora la Commissione delle chiese protestanti, almeno il 40% di tutti i conflitti interni è stato collegato allo sfruttamento delle risorse naturali, siano esse materie prime come legname, diamanti, oro e petrolio, o risorse sempre più scarse come terra fertile e acqua. Inoltre, i conflitti che coinvolgono le risorse naturali hanno il doppio delle probabilità di ripetersi e diventeranno più cruenti anche a causa della pressione demografica.

“All’omicidio si somma dunque l’ecocidio – scrive la GLAM –. Diverse organizzazioni nel mondo, laiche e religiose, stanno chiedendo che esso venga riconosciuto come un crimine internazionale – che comprende e travalica le guerre – presso la Corte penale internazionale”.

L’appello a intervenire tempestivamente giunge nel contesto della Conferenza ONU sul cambiamento climatico (COP26), in corso a Glasgow. Sono moltissime le iniziative della società civile, delle chiese e dell’associazionismo per l’ambiente. Lo stesso Osservatorio inglese sui conflitti e l’ambiente (www.ceobs.org) ha chiesto ai Governi di impegnarsi per la riduzione di emissioni militari di gas serra.

“In questa giornata – concludono la GLAM, con Pax Christi e il Movimento Laudato si’ – vogliamo stabilire a livello locale una interlocuzione con le istituzioni che compongono la filiera della guerra. Dalle fabbriche di armamenti di ogni genere, ai porti e aeroporti, alle agenzie finanziarie, compresi i fondi pensionistici. Chiediamo loro impegni immediati”.