
Roma (NEV), 2 novembre 2021 – Il 6 novembre si celebra la Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in guerra e nei conflitti armati. La ricorrenza, giunta alla sua XX edizione, è stata stabilita dalle Nazioni Unite nel 2001.
La giornata è dedicata a un tema “tanto rilevante quanto trascurato: l’impatto delle guerre sull’ambiente”. A spiegare i motivi per i quali è importante riflettere e agire in questa direzione è la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).
In un documento, sottoscritto anche da Pax Christi Italia e dal Movimento Laudato si’, la GLAM scrive: “L’ambiente ha una dignità propria. Per questo deve essere riconosciuto come portatore di diritti”. L’ambiente è, inoltre “la condizione vitale di ogni specie, compresa la nostra, e se vengono meno i requisiti di abitabilità avvengono morti e migrazioni”.
Secondo le organizzazioni religiose, è necessario attuare strategie di mantenimento e costruzione della pace, “in quanto non può esserci pace duratura se le risorse naturali che sostengono i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi vengono distrutte”.
Inoltre, in ambito cristiano, uno dei motti è: “La guerra è contraria alla volontà di Dio”. Queste parole si rifanno alla prima assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) nel 1948.
L’impegno delle chiese per la pace e per l’ambiente è di lunga data. Per questo la GLAM sta predisponendo una serie di approfondimenti e riflessioni sul tema.
“In maniera sempre più letale, l’ambiente è al tempo stesso obiettivo militare e vittima non conteggiata della guerra (pozzi d’acqua inquinati, raccolti bruciati, foreste abbattute, suolo avvelenato e animali uccisi)” denuncia la GLAM.
Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) ha infatti rilevato che la guerra per le risorse è anche guerra alle risorse. Negli ultimi 60 anni, spiega ancora la Commissione delle chiese protestanti, almeno il 40% di tutti i conflitti interni è stato collegato allo sfruttamento delle risorse naturali, siano esse materie prime come legname, diamanti, oro e petrolio, o risorse sempre più scarse come terra fertile e acqua. Inoltre, i conflitti che coinvolgono le risorse naturali hanno il doppio delle probabilità di ripetersi e diventeranno più cruenti anche a causa della pressione demografica.
“All’omicidio si somma dunque l’ecocidio – scrive la GLAM –. Diverse organizzazioni nel mondo, laiche e religiose, stanno chiedendo che esso venga riconosciuto come un crimine internazionale – che comprende e travalica le guerre – presso la Corte penale internazionale”.
L’appello a intervenire tempestivamente giunge nel contesto della Conferenza ONU sul cambiamento climatico (COP26), in corso a Glasgow. Sono moltissime le iniziative della società civile, delle chiese e dell’associazionismo per l’ambiente. Lo stesso Osservatorio inglese sui conflitti e l’ambiente (www.ceobs.org) ha chiesto ai Governi di impegnarsi per la riduzione di emissioni militari di gas serra.
“In questa giornata – concludono la GLAM, con Pax Christi e il Movimento Laudato si’ – vogliamo stabilire a livello locale una interlocuzione con le istituzioni che compongono la filiera della guerra. Dalle fabbriche di armamenti di ogni genere, ai porti e aeroporti, alle agenzie finanziarie, compresi i fondi pensionistici. Chiediamo loro impegni immediati”.