Roma (NEV) 15 dicembre 2021 – I Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno diffuso una “Dichiarazione sull’attuale minaccia alla presenza cristiana in Terra Santa”, ribadendo la preoccupazione che, in Terra Santa, i cristiani siano diventati bersaglio di frange e gruppi radicali.
Dal 2012, secondo quanto denunciato dalle chiese, come si legge nel comunicato pubblicato sul sito del Consiglio, “ci sono stati innumerevoli episodi di aggressioni fisiche e verbali contro sacerdoti e esponenti del clero, attacchi a chiese cristiane, con luoghi santi vandalizzati e profanati, e continue intimidazioni nei confronti dei cristiani locali che cercano semplicemente di pregare liberamente e svolgere la loro vita quotidiana”. Questi episodi tattiche sarebbero parte di un “tentativo sistematico di cacciare la comunità cristiana da Gerusalemme e da altri luoghi in Terra Santa”.
Le chiese riconoscono, nella dichiarazione diramata ieri, 14 dicembre, l’impegno del governo israeliano a sostenere una casa sicura e protetta per i cristiani in Terra Santa. “È quindi motivo di grave preoccupazione quando questo impegno nazionale viene tradito dall’incapacità di politici, funzionari e forze dell’ordine locali di frenare le attività dei gruppi radicali che regolarmente intimidiscono i cristiani locali, aggrediscono sacerdoti e clero e profanano i Luoghi Santi e le proprietà delle chiese”, continua il comunicato stampa.
Nell’esprimere solidarietà ai Patriarchi e ai Capi delle Chiese a Gerusalemme, il segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) Ioan Sauca ha affermato e sostenuto le chiese e le comunità cristiane della Terra Santa “nel loro ininterrotto ministero e testimonianza nella terra di nascita di Cristo”.
La dichiarazione rilasciata dai Patriarchi e dai Capi delle Chiese a Gerusalemme, ha detto Sauca, “mette in evidenza la crescente minaccia alla presenza cristiana in Terra Santa rappresentata dagli attacchi e dalle incursioni di gruppi radicali che cercano di distruggere la diversità religiosa e culturale della regione. Riconoscendo la gravità della minaccia che accelera il già tragicamente ripido declino della presenza cristiana, il CEC sostiene con forza l’appello dei capi della chiesa per un dialogo urgente con le autorità politiche di Israele, Palestina e Giordania al fine di affrontare le sfide poste da gruppi radicali e a proteggere e sostenere la comunità cristiana. I cristiani in Terra Santa devono essere rispettati e valorizzati come parte sia del patrimonio che del futuro della regione, e a loro vanno assicurati gli stessi diritti degli altri e le protezioni appropriate a una minoranza minacciata, di cui le autorità politiche della regione sono legalmente e moralmente responsabili”.