Sequestro munizioni in Senegal. Cosa succede?

Il Coordinamento Campagne della Rete italiana pace e disarmo pubblica un comunicato congiunto in cui si chiede di fare immediatamente chiarezza sul caso di un carico sequestrato in Senegal e diretto in Repubblica Dominicana dove apparentemente ci sarebbero munizioni di produzione italiana

Foto tratta da retepacedisarmo.org

Roma (NEV), 21 gennaio 2022 – La Rete italiana pace e disarmo (di cui fa parte anche la Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – FCEI), l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) e l’associazione Weapon Watch chiedono spiegazioni sul sequestro di munizioni in Senegal. In un comunicato congiunto, diramato mercoledì scorso, si legge: “Chiediamo a tutte le autorità italiane (sia nazionali che locali di La Spezia) competenti in materia di esportazioni di materiali d’armamento e di munizionamento militare e civile di fare immediatamente chiarezza. E al Parlamento di richiedere con urgenza tutte le informazioni necessarie sulla notizia del sequestro in Senegal di un carico di munizioni di produzione italiana”.
La notizia del sequestro proviene da Dakar.  Qui, la Direzione generale della Dogana senegalese ha eseguito dei controlli su tre container. Hanno trovato munizioni di tipo militare, apparentemente prodotte dall’azienda Fiocchi di Lecco. È seguito l’arresto del capitano della nave e dell’equipaggio.

Senegal. Sequestro carico della nave-cargo Eolika

“Secondo le prime informazioni – scrivono gli organismi – il carico avrebbe un valore stimato di circa 5 milioni di euro ed era a bordo della nave-cargo Eolika. Battente bandiera della Guyana, la nave veniva dal porto di La Spezia, salpata il 2 dicembre. Pur non essendo nota la tipologia di munizionamento, la produzione italiana sarebbe comprovata dalle immagini del sequestro che mostrano diversi scatoloni con il logo dell’azienda Fiocchi”.

Nel comunicato si chiede anche all’Agenzia delle Dogane “di rendere noto se le munizioni ritrovate sulla nave-cargo Eolika siano state esportate dall’Italia sulla base della necessaria autorizzazione rilasciata dall’Autorità nazionale Unità per le autorizzazioni materiali d’armamento (UAMA) incardinata presso il Ministero degli Esteri. Chiediamo inoltre alla Capitaneria di Porto e all’Autorità portuale della Spezia di rendere noto se il carico di munizioni sia stato imbarcato nel porto locale. E se sia stata rilasciata tutta la documentazione richiesta della legge e siano stati effettuati tutti i controlli previsti”. La nave-cargo Eolika era diretta nella Repubblica Dominicana. “Sarebbe davvero molto grave – conclude la nota – se le varie autorità nazionali italiane e della Spezia non avessero provveduto ad ottemperare tutte le norme previste. Ci troveremmo di fronte ad un traffico illecito di munizioni che vedrebbe implicata non solo una delle più note aziende italiane, ma le stesse autorità nazionali italiane”.