USA. Jim Winkler lascia la presidenza del Consiglio nazionale delle chiese

Presto sarà nominato un nuovo presidente/segretario generale ad interim. Winkler ha prestato servizio nel Consiglio per otto anni e ha terminato due mandati. Nell’ultima newsletter dell’organismo ecumenico, un “editoriale finale”

James "Jim" Winkler

Roma (NEV), 31 gennaio 2022 – Il direttivo del Consiglio nazionale delle chiese americane (NCCUSA) ha annuncia che Jim Winkler lascerà oggi l’incarico di presidente/segretario generale dell’organizzazione ecumenica. Winkler ha prestato servizio nel Consiglio per otto anni e ha terminato due mandati.

Il Consiglio nazionale delle chiese riunisce 37 diverse denominazioni (nere protestanti, ortodosse, anglicane, evangeliche e storiche, “chiese della pace”, inclusa la Chiesa dei fratelli), in rappresentanza di circa 35 milioni di cristiani. Da anni è impegnato nel dialogo interreligioso ed ecumenico. Si occupa inoltre di formazione, fede, teologia e diritti umani. Fra le sue iniziative, quella contro il razzismo: “Now to End Racism”.

Presto sarà nominato un nuovo presidente/segretario generale ad interim. Contemporaneamente, il direttivo provvederà alla ricerca di candidati per il ruolo e, successivamente, all’elezione di una nuova guida.

Jim Winkler, riferisce religionnews, non ha fornito spiegazioni. Nell’ultima newsletter diramata dall’organismo, Winkler ha scritto un “editoriale finale” in cui afferma di aver completato i suoi due mandati e di passare “al capitolo successivo della mia vita”.

“Il mio obiettivo – scrive ancora Winkler – era lasciare l’NCC in una posizione migliore rispetto a quando sono arrivato. Credo di esserci riuscito”.  In questi anni, ad esempio, l’NCC ha completato un aggiornamento della nuova Bibbia riveduta, in collaborazione con la Society of Biblical Literature. Inoltre ha rilanciato il lavoro nel settore editoriale/biblico, nel campo ecumenico, nel campo della giustizia e della pace. “Abbiamo quintuplicato le nostre riserve finanziarie e registrato avanzi di bilancio significativi per la maggior parte degli anni, incluso un surplus di 1,8 milioni di dollari nel 2020” continua Winkler nel suo editoriale. E, ancora, è stato avviato il dialogo con le comunità buddista, indù e sikh. Conclude Winkler: “Tutto questo è stato fatto con uno staff minuscolo di meno di 10 persone e un budget di circa 2 milioni di dollari all’anno”.

Fra gli altri impegni delle chiese americane riunite nel Consiglio nazionale non bisogna dimenticare quello per la campagna in sostegno dell’Atto “H.R. 40”. Esso riguarda l’istituzione di una Commissione di studio sulle riparazioni e il risarcimento per gli afroamericani vittime dello schiavismo. Si tratta di un disegno di legge che da 32 anni, precisamente dal 1989, attende risposta. L’NCC ha invitato le chiese a farsi parte attiva con queste parole: “Repair Can’t Wait”, la riparazione non può attendere.

Fondato ufficialmente nel 1950, l’NCC ha le sue radici nel Consiglio federale delle chiese, che vide la luce nel 1908.


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