A lezione (e concerto) di Martin Luther King

L'appuntamento, organizzato dalla rivista e centro studi Confronti, si svolgerà sabato 19 marzo alle 17 presso l'aula magna della Facoltà valdese di teologia, in via Pietro Cossa 44, a Roma.

Roma (NEV), 16 marzo 2022 – Una lezione – concerto su Martin Luther King. A tenerla, a partire dal suo libro “Martin Luther King. Una storia americana” (Ed. Laterza) sarà il docente Paolo Naso, con le musiche e le voci di Alberto Annarilli e Elisa Biason, con la partecipazione del coro Voice of Grace. L’appuntamento, organizzato dalla rivista e centro studi Confronti, si svolgerà sabato 19 marzo alle 17 presso l’aula magna della Facoltà valdese di teologia, in via Pietro Cossa 44, a Roma.

“In un racconto avvincente e appassionato – spiegano i promotori -, Paolo Naso ricostruisce la vicenda di Martin Luther King a partire dalla sua uccisione a Memphis il 4 aprile del 1968 con testi e musiche che portano lo spettatore a condividere le emozioni di quegli anni.

Il racconto si sofferma sul King più “radicale”, quello meno noto e celebrato e, per questo, incompatibile con l’icona rassicurante e innocua che ne ha fatto parte dell’establishment politico e una storiografia apologetica che ha finito per congelare King nell’immagine dell’ennesimo e solitario American hero. Al contrario, il racconto fa propria la tesi di Ella Baker – una delle prime collaboratrici di King – secondo la quale “non fu Martin a creare il movimento ma il movimento a creare King”. E per questo la sua azione va collocata nel quadro di un movimento più ampio e articolato.
I dieci canti proposti non sono una semplice sussidio musicale ma costituiscono un filo del racconto che porta lo spettatore a condividere musiche ed emozioni di quegli anni. I ritmi e le parole dei negro spirituals eseguiti, ad esempio, si integrano perfettamente con la predicazione, la retorica e l’azione di King e del Civil Rights Movement. D’altra parte, negli anni delle marce e dei sit in di protesta si affermavano anche altri generi musicali “profani” che recuperavano canti di lotta dei primi anni del ‘900 come notissimo e celebre We shall overcome. Ma furono anche gli anni delle protest songs contro la guerra, firmate da autori che segnarono un’epoca: Bob Dylan, Joan Baez, Peter, Paul and Mary…
Le foto proiettate sullo sfondo, infine, costituiscono una terza pista del racconto e illustrano il coraggio, la creatività, le speranza, ma anche l’ingiustizia e la violenza di quegli anni”.

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