L’impegno delle chiese locali per i profughi dall’Ucraina

L'impatto della guerra sui Paesi confinanti con l'Ucraina e l'impegno delle chiese protestanti locali per aiutare la popolazione in fuga dal conflitto. Di questo si è discusso nell'ambito di una conferenza stampa tenuta dalla delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese e di Act alliance, che si è recentemente recata nei luoghi di accoglienza dei profughi. 

A refugee family from Ukraine arrives at the Vama Siret border crossing, Romania. Located north of Siret and further in the south the city of Suceava, the crossing connects Romania with the Ukrainian village of Terebleche and further north the city of Chernivtsi. Following the invasion of Ukraine by Russian military starting on 24 February 2022, more than half a million refugees have fled across the Ukrainian border into Romania. Photo: Albin Hillert/WCC

Roma (NEV), 28 marzo 2022 – L’impatto della guerra sui Paesi confinanti con l’Ucraina e l’impegno delle chiese protestanti locali per aiutare la popolazione in fuga dal conflitto. Di questo si è discusso nell’ambito di una conferenza stampa tenuta dalla delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese e di Act alliance, che si è recentemente recata nei luoghi di accoglienza dei profughi.

“La terza ondata di profughi che stanno scappando in questi giorni dall’Ucraina è composta per lo più da persone senza risorse”, ha affermato Rudelmar Bueno de Faria, segretario generale di ACT Alliance.

La professoressa Isabel Apawo Phiri, vicesegretaria generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), ha illustrato le modalità di intervento delle chiese, “strutturalmente ben attrezzate per trasformare rapidamente la compassione in azioni che affrontano i bisogni umani, ovunque si manifesti”.

“In Ungheria e in Romania – ha aggiunto – le chiese sono state tra le prime a rispondere alla crisi alle frontiere”.

Peter Prove, direttore degli affari internazionali del WCC, ha commentato la grande dimensione di questa catastrofe umanitaria. “Le ultime cifre che abbiamo sentito da fonti delle Nazioni Unite si avvicinano a 10 milioni di persone sfollate a causa di questo conflitto, sia rifugiati che attraversano i confini verso altri paesi, sia sfollati interni all’interno dell’Ucraina”. Ovverso quasi un quarto dell’intera popolazione dell’Ucraina.

La delegazione ha infine sottolineato la necessità di garantire la stessa ospitalità e cura per “le persone di colore e altre persone che non ricevono la stessa considerazione dei profughi di origine ucraina, poiché anche loro fuggono” dalla guerra e dalla crisi umanitaria che ne sta derivando.

La conferenza stampa è stata moderata da Simon Chambers, direttore della comunicazione ACT Alliance e Marianne Ejdersten, direttore della comunicazione del WCC.