16 giorni per vincere la violenza, 10° giorno. Le indomite madri (e nonne) a Plaza de Majo

Foto wikimedia commons

Roma (NEV), 4 dicembre 2022 – Pubblichiamo, a puntate e giorno per giorno, gli approfondimenti del fascicolo “16 giorni contro la violenza” curato dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) dal 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fino al 10 dicembre, Giornata dei diritti umani. Per rivedere la presentazione ufficiale del fascicolo, clicca qui.


GIORNO 10: 4 DICEMBRE

Le indomite madri (e nonne) a Plaza de Majo, Buenos Aires


DOMANDA
per discutere

Talvolta la memoria sbiadisce:
come mantenerla viva
per un futuro migliore?

Son passati 45 anni da quando il 24 marzo 1976 le Forze armate presero il potere in Argentina con un colpo di stato, ma non è finita la lotta coraggiosa delle donne che subirono la perdita di figlie, figli, mariti, familiari oppositori del regime. Si calcola che siano state arrestate, detenute illegalmente, torturate, uccise e fatte sparire non meno di 30.000 persone: desaparecidos, scomparsi nel nulla, in realtà molti/e gettati dagli aerei nel Rio de la Plata.

Da allora ogni giovedì le loro madri si ritrovano nella plaza de Majo di Buenos Aires con un fazzoletto bianco annodato sulla testa, (in origine il pannolino di tela utilizzato per i neonati), camminano attorno alla piramide che si trova al centro, con cartelli di protesta e fotografie: all’inizio chiedevano la restituzione dei/lle loro figli/e scomparsi/e. Tre delle fondatrici dell’Associazione furono arrestate e fatte scomparire a loro volta. Ma fino ad oggi le altre persistono affinché sia almeno riconosciuta, ricostruita e fatta conoscere la storia segreta della sparizione dei loro cari, e siano identificati e puniti i colpevoli.

Insieme alle madres, le avuelas (nonne) e i familiares cercano di ritrovare almeno i/le nipoti, nati in prigione dalle desaparecidas incinte. Gestiti come “bottino di guerra”, questi bambini o furono venduti, o tenuti dai militari come propri, o abbandonati come figli di NN e magari adottati in seguito. A loro le nonne desiderano restituire l’affetto della loro vera famiglia e l’identità che è stata loro violentemente negata.


Proposta di visione:

3 MANIFESTI A EBBING, MISSOURI

regia di Martin McDonagh

USA/UK, 2017, 115’

La tenacia della richiesta di giustizia per l’assassinio della figlia da parte della madre-coraggio di questo film è una condanna senza appello per i violenti di tutte le latitudini.


VERSETTO BIBLICO

Abramo mandò via la serva. Agar se ne andò e vagava per il deserto di Beer-Sheba. Quando l’acqua dell’otre finì, lei mise il bambino sotto un cespuglio. E andò a sedersi di fronte, a distanza di un tiro d’arco, perché diceva: che io non veda morire il bambino! E seduta così di
fronte alzò la voce e pianse (Genesi 21, 14b-16)

COMMENTO

Siamo di fronte ad una madre straniera di nome Agar che, mandata via insieme al suo bambino dalla casa dove ha sempre svolto diligentemente il ruolo di serva, tocca nel deserto il fondo della disperazione. Depone
il corpo del figlio in fin di vita sotto un arbusto. La sorte del bambino sembra segnata. La sofferenza di questa donna è inesprimibile.

Si allontana un po’ per non vederlo morire ed emette un urlo straziante. È il grido di chi non accetta di sopravvivere al proprio bambino.

È il grido di chi comprende di aver subito un torto ingiustificato proprio dalle persone, Abramo e Sara, da cui era lecito attendersi protezione e non l’abbandono a morte certa nel deserto. È l’urlo di tutte le madri del mondo di fronte ad un destino segnato di un figlio o di una figlia che, invece di essere valorizzato/a e ben integrato nei processi democratici di una società, viene privato/a della vita.

E alla madre non rimane che il pianto, la protesta, la denuncia, la richiesta di giustizia, anche dopo anni, perché quel figlio o quella figlia sono la sua stessa vita.


PREGHIERA

O Dio
quando la vita
ci
mostra il suo volto d’ombra
e quando vampiri dal
volto umano
violentemente

privano le madri degli affetti più cari,
che le loro grida, ieri
come oggi,
non cadano nel
vuoto
della nostra indifferen
za.
Che quelle grida giungano

a noi, come alle tue orecchie.
In te l’umanità ferita
trova la
forza per non rassegnarsi
di
fronte al dolore
causato dalle
tante tirannie
disseminate
nel mondo.

 


Il fascicolo “16 giorni per vincere la violenza” è scaricabile integralmente in formato PDF (clicca al link di seguito): 16 giorni FDEI 2022 (disponibile anche in tedesco, inglese e spagnolo).

Si parla di Iran, di Afghanistan, di Argentina, ma anche di lavoro; di giovani; di contraccezione, aborto, prevenzione; di politica. E di felicità.

La pubblicazione contro la violenza sulle donne si trova anche come inserto cartaceo all’interno del settimanale Riforma.


“16 giorni contro la violenza” è una campagna internazionale annuale che inizia il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e termina il 10 dicembre, Giornata dei diritti umani. Anche il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) aderisce alla campagna con diverse iniziative.